«Altro che linea morbida. Bloccheremo i ristorni». Parola della Lega dei Ticinesi. Che annuncia così lo strappo in arrivo nelle relazioni transfrontaliere.
Strappo consumatosi nelle ultime ore. Subito dopo la visita in Ticino da parte della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf. Il membro dell’esecutivo federale, infatti, aveva affrontato la questione: ribadendo come occorra «apportare delle modifiche all’accordo sui frontalieri del 1974, ma la sua abolizione non è una soluzione».
Modifiche, quindi, ma nessuna abolizione del trattato in vista. Questa la linea dettata da Berna. Anche perché la disdetta unilaterale dell’accordo sui frontalieri farebbe cadere la convenzione di doppia imposizione, con conseguenze negative per il mondo del lavoro ticinese, le sue aziende e non da ultimo la piazza finanziaria.
A entrare a gamba tesa ci ha però pensato la Lega dei Ticinesi, partito di maggioranza relativa in Canton Ticino, pronto a lanciare l’offensiva. Con i consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio ali che, a mezzo stampa, hanno svelato il piano leghista. «Io e Zali – ha ammesso Gobbi – siamo pronti a presentare una proposta formale per decidere immediatamente il blocco integrale del versamento dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri. Stiamo allestendo il documento da portare sul tavolo del Consiglio di Stato nel quale porremo anche alcune condizioni».
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