Ristorni, sospiro di sollievo «Ma la quota non si tocca»

LAVENA PONTE TRESA L’obiettivo adesso è mantenere il 38,8%. Percentuale che identifica la quota di tasse, trattenute in busta paga ai frontalieri, e poi riversate ai Comuni di confine con il Canton Ticino. «Questa, dopo il saldo dei ristorni relativi al 2011 è la vera partita da giocare», sottolinea infatti il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Pietro Roncoroni che è anche presidente dell’Associazione di comuni di frontiera con la Svizzera.

Le preoccupazioni, infatti, sono tutte sull’esito del tavolo di trattative in corso tra Italia e Svizzera. «Noi sindaci della zona non siamo stati coinvolti – chiarisce Roncoroni – e questo non ci fa stare tranquilli perché non trapela nulla. Siamo consapevoli che si tratta di una procedura ma c’è il rischio che i ristorni siano oggetto di scambio e questo ci fa stare in pensiero». Soprattutto perché il Ticino preme per il ritocco verso il basso di quel 38,8%.

«Solitamente a settembre vengono comunicati i dati del versamento e le rispettive delegazioni si scambiano i dati sui frontalieri. Se la notizia che uscirà dal tavolo è il mantenimento di quella quota, sarà questa la vera buona notizia». Parole che fanno il paio con quelle di Lara Comi, coordinatore provinciale di Varese del Pdl ed europarlamentare. «La decisione del Consiglio di Stato di procedere al pagamento dei ristorni – spiega – è positiva. L’augurio è che però la scelta non sia tattica e che non serva a giochi al ribasso nel tavolo Italia-Svizzera, per ottenere una modifica dell’aliquota,  applicata ai contributi dei frontalieri che spettano all’Italia, dall’attuale 38,8% al 12%. Ciò significherebbe penalizzare i Comuni di confine, mettere in difficoltà i loro bilanci e i servizi».

E questo è anche l’augurio dell’assessore regionale, Luciana Ruffinelli. «Valuto positivamente la decisione del Consiglio di Stato ticnese di procedere al pagamento dei ristorni. È la conclusione – sottolinea – di un percorso che ha visto il forte impegno dell’ex ministro Roberto Maroni, dapprima dai banchi del Governo e, successivamente, dai territori dei frontalieri, del Consiglio Regionale, del presidente della Provincia di Varese, Dario Galli, nonché degli amministratori dei comuni di frontiera. Mi auguro che questa soluzione positiva sia d’auspicio per la prosecuzione di buoni e costruttivi rapporti di vicinato». Soddisfazione anche dall’assessore regionale Raffaele Cattaneo: «Accogliamo positivamente la decisione del Consiglio di Stato, che conferma come i rapporti tra Svizzera e Italia siano distesi».

b.melazzini

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