Ritornerai così. «Ora, pensiamo al domani»

Il direttore del Parco Campo dei Fiori, Giancarlo Bernasconi, fa un bilancio e guarda avanti:«L’incendio ha percorso 60 ettari di parco: non sappiamo ancora cosa faremo per recuperare la montagna»

«L’incendio ha percorso 50-60 ettari di parco». Questo è il bilancio provvisorio dei danni stimato da Giancarlo Bernasconi, direttore del Parco Campo dei Fiori.

«Il tappeto di foglie secche ha fatto sì che la fiamma passasse veloce sul terreno – dice Bernasconi – Ci sono però anche pendii e situazioni puntuali dove sono stati riscontrati danni maggiori, soprattutto sulle piante. La preoccupazione più grossa è per la pineta vicina all’osservatorio. Anche se adesso l’incendio lì è spento e bonificato, è chiaro che all’interno, dove ci sono le resinose, con il secco, i focolai si continuano ad alimentare». Il direttore sottolinea in primo luogo la portata dei lavori volti a spegnere le fiamme: «solamente

oggi (ieri per chi legge) abbiamo versato sul fuoco 520 mila litri di acqua (un canadair trasporta 5 mila litri di acqua a viaggio, un “puma” 2100 litri, l’elicottero della Regione 400 litri). È una fortuna avere le montagne vicino ai laghi. Un canadair ci impiega cinque o sei minuti ad andare dal lago di Varese all’incendio, in Val di Susa i canadair invece devono andare fino al lago d’Orta».

Un plauso va ai volontari: «Abbiamo impegnato dai 70 ai 100 volontari al giorno, squadre di protezione civile arrivate anche dal Parco del Ticino, tutte le protezioni civili dalla provincia, oltre alle gev e alle forze dell’ordine – afferma Bernasconi – Continuano ancora i presidi notturni sulle strade chiuse. La protezione civile prende servizio alla sera e lavora tutta la notte per vigilare sull’intero territorio e per controllare che il fuoco non riprenda. Di notte non si domano le fiamme, ma gli uomini si attivano per monitorare eventuali riprese dell’incendio, fare segnalazioni e pianificare il lavoro per il giorno successivo. Ancora domani (oggi per chi legge) si continuerà a spegnere le fiamme con gli elicotteri. Tutto fa pensare che il lavoro continui ancora due giorni. Speriamo poi che domenica piova».

Il pensiero va anche agli animali: «quando hanno sentito l’incendio sono scappati – dice Bernasconi – Abbiamo visto lepri, caprioli e tassi correre in giro spaventati. Gli animali sono particolarmente sensibili: i cani, per esempio, sentono gli incendi quando sono lontani anche 5 chilometri». La cosa positiva è che ieri, per la prima volta, si è pensato davvero al domani. Il Parco ha scritto un comunicato per aggregare tutti coloro che vogliono dare una mano. Tante persone, infatti, nei giorni scorsi, si sono fatte avanti per mettersi a disposizione per contenere l’emergenza. È stato anche aperto un conto corrente per raccogliere donazioni. «Ho passato giorni in cui non sapevo più cosa pensare – conclude il direttore – Non sappiamo ancora cosa faremo precisamente per recuperare la montagna. Bisognerà capire le necessità di ogni singola area danneggiata. In alcuni casi bisognerà mettere in sicurezza il territorio con un piano di taglio. A seconda delle zone bisognerà capire se favorire un ritorno spontaneo della natura, se ripiantumare o creare una radura. Ci sarà molto da fare, quello è sicuro. Ma la cosa più importante in questa fase è ringraziare tutti coloro che si sono spesi per affrontare questa emergenza».