Questione di punti di vista, ma ad Angera il comitato permanente dell’ospedale non è per nulla d’accordo con la visione espressa dal consigliere regionale . Sul futuro dell’ospedale il comitato ha tutta un’altra idea: «Aveva fatto sapere alla stampa il programma delle sue visite agli ospedali della provincia di Varese – sottolinea il comitato – per conoscere meglio la realtà sanitaria della provincia e così il giorno 11 è venuto anche ad Angera. Qualcuno l’ha definito un tour elettorale, ma noi non vogliamo essere così maliziosi, anche se la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali è già iniziata».
«Tuttavia – insiste il comitato – siamo rimasti perplessi per il fatto che il consigliere Alfieri non abbia richiesto di incontrarci onde confrontarci sul destino del Carlo Ondoli. Probabilmente con tutti gli impegni, ha dimenticato le oltre 11 mila persone che hanno sottoscritto il nostro documento contro il depotenziamento dell’ospedale, persone che riteniamo debbano avere una loro centralità. Eppure quando organizzammo ad Angera un convegno sul destino dell’ospedale ci ricordammo di invitare anche lui. Se ci fossimo incontrati gli avremmo chiesto il suo parere circa il decreto ministeriale Lorenzin/Padoan che ha fornito alla Regione Lombardia l’occasione
per la chiusura del Punto Nascite e della Pediatria. E poi cosa intende quando, in relazione alla sofferta riapertura dei reparti chiusi, afferma che “non vorrei, però, che tutto questo facesse passare in secondo piano l’esigenza di complessiva riorganizzazione dell’ospedale di Angera in base alle priorità sociosanitarie del territorio e mi riferisco alle specialità che riguardano la cronicità, la riabilitazione e la chirurgia di media intensità oltre ad una piena funzionalità del pronto soccorso”».
«La gente vuole innanzitutto l’ospedale di prima – ha concluso – e non certo una riorganizzazione che veda una sua progressiva trasformazione in cronicario come paventa il consigliere Alfieri. Per un reparto di riabilitazione occorrono risorse economiche e sanitarie. Chi li finanzia? Il ministro della salute che ha ridotto posti letto ovunque? Cosa significa riorganizzare la chirurgia di media intensità e la piena funzionalità del pronto soccorso? Se si tratta di ampliare l’offerta sanitaria sul solco dell’esistente non possiamo che concordare, ma si sa che in Italia riorganizzare fa rima con tagliare. E noi così, caro consigliere regionale, non ci vogliamo stare».