– Una lettera di dimissioni, scritta a mano di proprio pugno, indirizzata al presidente del Consiglio Regionale della Lombardia ; mittente il consigliere regionale varesino , ex senatore ed ex sindaco di Besozzo, ancora detenuto nel carcere di Monza nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità lombarda, con la quale l’esponente della Lega rassegna le dimissioni da consigliere del Pirellone.
Attualmente Rizzi, come prevede la legge, è sospeso dalla carica, sostituito dal primo dei non eletti della lista del Carroccio , in attesa che si chiarisca la sua posizione giudiziaria; la scelta dell’ex senatore è quella di dimettersi subito da consigliere regionale.
«Il sottoscritto Fabio Rizzi – si legge nella missiva – con la presente rassegna le proprie dimissioni da consigliere regionale della Lombardia; tale sofferta decisione scaturisce dall’imminenza della conclusione della vicenda giudiziaria nella quale sono rimasto coinvolto, che verosimilmente esiterà con un patteggiamento».
Nel proseguo della lettera indirizzata a Cattaneo e in copia per conoscenza anche all’ufficio del gip di Monza e alla procura brianzola, oltre che all’amministrazione penitenziaria, l’ex presidente della Commissione Sanità
del Pirellone, entra nel merito della sua scelta di lasciare la politica attiva.
«Si tratta di una precisa scelta di rinunciare alla difesa per chiudere rapidamente la questione e riproiettarmi verso una terza fase della vita – prosegue il consigliere regionale dimissionario – Ovviamente lontano dalla politica, che del resto già da tempo stavo intraprendendo. Di qui, la decisione, per fugare ogni dubbio, di rassegnare la presenti dimissioni anticipatamente ad ogni sentenza giudiziaria». Rizzi nella missiva non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Nell’assoluta presa d’atto – continua l’ex senatore leghista – che dibattimento e processo, con relativa condanna, sono già stati consumati mediaticamente, ben prima che in tribunale, vanificando di fatto ogni tentativo di difesa ed eventuale riabilitazione, nella migliore delle ipotesi dilazionata di anni e successivamente riportata con un anonima ed invisibile trafiletto».
La parte finale della lettera è forse quella che tocca il lato più umano della vicenda che ha travolto giudiziariamente e politicamente Fabio Rizzi, di professione medico anestesista, che quest’anno compirà 50 anni. «Non posso permettermi di interrompere ulteriormente una vita già sufficientemente disastrata nell’attesa di un giudizio, motivo per cui ho deciso di chiudere la vicenda e ripartire – conclude l’esponente del Carroccio – auguro quindi a lei e agli ex colleghi, la prosecuzione di un proficuo lavoro a favore dei cittadini e colgo l’occasione per porgere i più cordiali saluti».
Nonostante la presentazione della lettera, sarà l’aula del consiglio regionale della Lombardia, come prevede il regolamento, a dover votare le dimissioni da consigliere di Rizzi; solo dopo quel passaggio, Rizzi non sarà più consigliere regionale.