Non è stato facile arrivare a Cracovia, ma ora ci siamo davvero vicini. Non è stato facile pensare questo viaggio, tantomeno lo è stato organizzarlo e viverlo. Ora siamo qui, ad un passo, a 160 chilometri dalla città polacca. E ripensiamo a Stefano ed Alessandro, al percorso fatto fino ad ora, agli ultimi giorni ed agli ultimi mesi.
Durante la tappa di ieri, in una delle dirette Facebook che abbiamo registrato in questi giorni sulla nostra pagina, uno dei ragazzi, Roberto, ha detto una cosa giusta: «Non siamo degli eroi, abbiamo fatto questo viaggio per noi, per ricordare due amici, ma non considerateci eroi». L’avvicinarsi ad una meta spesso confonde le sensazioni: c’è la soddisfazione di aver completato un percorso ma allo stesso tempo c’è smarrimento, quasi paura. Adesso che siamo davvero a Cracovia, che succede? Tutto finisce? No, per noi tutto comincia. Un po’ alla volta torneremo tutti a casa, e avremo tempo di pensare a ciò che abbiamo fatto e a ciò che faremo. Perché noi saremo sempre in viaggio sulla loro scia, che sia verso Cracovia o verso altre destinazioni.
Non è stato semplice pedalare, non è stato semplice accompagnare, però è stato bello. E ora non è semplice scrivere, mettere nero su bianco una tempesta di emozioni e sensazioni che riempiono la testa. Le dita tremano sulla tastiera. Ieri abbiamo superato di una decina di chilometri Zilina, recuperando anche un po’ di terreno sull’ultima tappa che ci porterà in centro a Cracovia. Ci aspetterà tanta gente nella piazza del mercato, persone che con noi hanno condiviso,
anzi hanno vissuto in prima persona, il dolore della perdita di Alessandro e Stefano, ma anche la reazione, la voglia di vivere e non di sopravvivere, la voglia di andare con il cuore e la testa oltre le gambe. La voglia di arrivare a Cracovia, per noi e per loro. Tante cose che ci siamo detti in questi giorni, tanti discorsi in cui ci siamo ricordati di aver fatto qualcosa di grande, di bello, anche perché le comunità di Cassano ed Albizzate ci hanno supportato fin dalla partenza del viaggio. Siamo ad un passo da Cracovia, e quasi non sembra vero. Tanto che siamo un po’ nervosi, anche perché l’ultima giornata è stata difficile, tosta, sia a livello logistico che fisico. La tappa è iniziata con una foratura al furgone ed è terminata con la difficoltà a trovare una struttura che ci potesse accogliere prima dell’ultima giornata. Anche per questo, non è stato per nulla semplice.
Come ama ripetere sempre lo zio Davide, il diavolo ha provato a metterci lo zampino. Ma no, nemmeno stavolta ci è riuscito. Le difficoltà non hanno fiaccato il clima, hanno solo creato un po’ di nervosismo che il buon senso si è portato via come le foglie d’autunno. Grazie anche all’accoglienza di un gruppo di giovani slovacchi che ci hanno aperto le porte della loro casa parrocchiale, preparandoci il pranzo, la colazione, custodendo con cura le nostre biciclette e le nostre cose. Con canti, giochi, e tanta allegria che ha rasserenato la nostra vigilia.
Perché, come a Vištuk giovedì, abbiamo trovato un’altra volta qualcuno pronto e tenderci la mano, a raccogliere la scia. E questo gruppo è così, è forte, ha percorso oltre 1200 chilometri dall’Italia alla Slovacchia, è quasi arrivato a compimento di un viaggio, di un obiettivo, di un sogno. Le gambe sono dure, pesanti, la stanchezza è sia fisica che mentale, per i ciclisti e per gli accompagnatori. É un po’ come la prova generale prima dello spettacolo decisivo, qualcosa può sempre andare storto. E questo genera un po’ di preoccupazione. Però noi sappiamo che qualcuno veglia su di noi ogni giorno, su questo viaggio. Quei due arcobaleni a Klagenfurt non erano casuali. E non è un discorso fine a se stesso, è così per davvero. I nostri tredici ciclisti, Roberto, Mauro, Riccardo, Matteo, Simone, Andrea, Roberto, Kevin, Luca, Giona, Luigi, Matteo e Marco, hanno intrapreso questo viaggio per portare Alessandro e Stefano fino a Cracovia. Era un loro sogno, e domani saranno in gruppo con i nostri ragazzi, in testa, metro dopo metro per quei 160 chilometri che ora ci separano dalla meta. «É bella la strada per chi cammina, è bella la strada per chi va, è bella la strada che porta a casa, e dove ti aspettano già»: è il testo di una canzone di Claudio Chieffo che abbiamo cantato ieri prima di metterci in viaggio. É bella la strada che ci ha portato fino a qui, è bella la strada che ci accompagnerà oggi fino a Cracovia.