«Sì, l’ho minacciato di spaccargli le gambe se non mi avesse pagato. Ma non gli ho mai incendiato l’auto».
Si è aperto ieri il processo a carico di, 37 anni di Arcisate, arrestato lo scorso gennaio con l’accusa di aver minacciato e di aver dato fuoco all’auto di un piccolo imprenditore edile di Varese reo, a dire di Cara, di non avergli saldato un conto da 700 euro.
Cara ha sempre negato il rogo e ieri davanti al giudice di Varese , uno dei testimoni, collega di Cara, ha ammesso che «lavoravamo in nero».
Un colpo di scena che ha chiamato in causa l’ispettorato del lavoro: stando al teste, e ad altre prove presentate dal difensore di Cara, , l’imprenditore non trattavo proprio con i guanti i dipendenti. E ad aver prestato manodopera in nero in quell’impresa furono almeno in tre.
Il processo, insomma, si tradurrà in nuovi controlli. Ma le accuse a carico di Cara ovviamente restano. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero d’udienza , in almeno quattro occasioni Cara minacciò in modo convincente l’imprenditore. Sino all’11 ottobre dell’anno scorso quando la vettura della vittima andò a fuoco.
«Il mio assistito – ha ribadita Piarulli – non nega di aver avuto toni forti nel pretendere il credito che vantava nei confronti dell’imprenditore. Ma ha sempre sostenuto di non avere nulla a che fare con l’incendio dell’auto». Tra l’altro vi sarebbe un mister X, la cui figura potrebbe essere oggetto di indagine, che, stando a Cara, pochi giorni prima dell’incendio gli avrebbe chiesto indicazione su come dar fuoco a un’auto.
«Quest’uomo sarebbe poi sparito – precisa Piarulli – dandosi alla fuga».
Certo Cara non è nuovo a questo singolare sistema di recupero credito. Tre anni fa a Malnate si presentò da un creditore, altro imprenditore per il quale aveva eseguito un lavoro non saldato, armato di pistola.
L’imprenditore non era in ufficio. Cara sparò un colpo in aria davanti a una delle impiegate per far capire che non scherzava e che voleva essere pagato (Cara tra l’altro non avrebbe mai chiesto un euro in più del pattuito) e poi, inspiegabilmente, chiese alla dipendente spaventata di togliersi maglietta e reggiseno.
Il processo è stato aggiornato all’8 ottobre, in quella data saranno ascoltati tutti i testi residui. Quindi il 22 novembre si andrà alla discussione.
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