Risolto il giallo dell’incendio alla panetteria Piatti: per la procura ad appiccare il fuoco fu un ex dipendente licenziato per la sua inettitudine. Una vendetta becera, insomma. Non c’entrano, in quello accaduto nella notte tra il 12 e il 13 febbraio scorso in via De Bernardi, né pizzo, né racket, né giri criminali.
«Il mio assistito lo aveva precisato immediatamente» sottolinea l’avvocato , che rappresenta il commerciante besozzese. La vittima aveva immediatamente dichiarato ai militari che ad appiccare il piccolo rogo avrebbe potuto essere stato un ex dipendente: pare infatti che sia difficilissimo trovare oggi come oggi un giovane volenteroso che abbia voglia di imparare il mestiere di panettiere. Duro, certo (si arriva al forno alle 3 del mattino), ma che può garantire un futuro. Insomma trovare un collaboratore valido si era rivelata un’impresa ardua per il malcapitato commerciante: alla faccia della crisi si era visto costretto a vagliare numerosi candidati a caccia di qualcuno che arrivasse puntuale (o in alcuni casi arrivasse e basta) e non facesse troppi sbagli. Nella carrellata di aspiranti aiutanti, inviato in via De Bernardi da un ente di collocamento, era arrivato anche un trentatreenne di Malgesso, convivente, incensurato.
Una messa in prova di dieci giorni: il candidato era stato allontanato dopo tre giorni, visto che in una sola occasione si era presentato al lavoro. E aveva maturato la sua vendetta lanciando quella bottiglia incendiaria contro la saracinesca chiusa della panetteria.
Erano le 3 di notte e a quell’ora il titolare era al lavoro al piano di sotto: ha avvertito l’acre odore di fumo e ha arginato l’incendio chiamando i pompieri. Soltanto per questo l’incendio non ha causato danni ancora più estesi. I carabinieri della stazione di Besozzo, coordinati dal pubblico ministero , hanno dato il via alle indagini. Per appiccare l’incendio il piromane aveva usato benzina.
I carabinieri hanno quindi visionato le telecamere dei distributori della zona. Partendo dall’area di servizio Shell di via Milano, molto vicina alla panetteria. I filmati un’ora prima del rogo mostrano l’arrivo di un’utilitaria nera (che poi risulterà intestata alla compagna dell’ex stagista) dalla quale scende un uomo che mette della benzina in una bottiglia.
I video riprendono chiaramente il volto di chi compie l’operazione. E il panettiere lo riconosce subito. A casa i carabinieri gli trovano tra l’altro gli stessi vestiti che il trentatreenne indossava nel video. Il cerchio si chiude: la procura ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini già notificato all’ex dipendente.
Il pm Sabrina Ditaranto si prepara ora a chiedere il rinvio a giudizio: l’ipotesi di reato contestata è quella di incendio doloso aggravato. Il fatto è stato chiarito: niente racket soltanto la meschina vendetta di un ex stagista allontanato perché non idoneo al lavoro.
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