Roma non concede nulla Via libera ai bunker, no al resto

Poligono di tiro, ex stazione capolinea del tram, uffici e un posto auto. Lo Stato ha detto no alle richieste di Varese. Ci lascia i rifugi aerei...

Federalismo demaniale, che beffa per il capoluogo: lo Stato devolverà al Comune di Varese appena un paio di “bunker” anti-aerei, per le altre richieste la risposta è “picche”. A più di un anno dalla norma, in provincia di Varese sono appena una decina i beni del demanio statale effettivamente trasferiti agli enti locali.
Lo scenario a livello nazionale è impietoso, fotografato negli ultimi dati aggiornati a qualche giorno fa pubblicati dall’Agenzia del Demanio: soltanto il 16% dei beni offerti in “regalo” a Comuni, Province e Regioni è realmente passato di mano, mentre per tutti gli altri il processo è in corso, ma i passaggi burocratici da compiere non favoriscono certo l’entrata in possesso dei beni da parte dei Comuni.

Guardiamo alla provincia di Varese: su 73 richieste inoltrate a fine 2013 dagli enti locali, ne sono state accolte 42, mentre in 31 casi l’Agenzia ha espresso parere negativo alla devoluzione.
Particolarmente sfortunato il capoluogo Varese: appena due pareri positivi su undici beni richiesti. Si tratta di due rifugi antiaerei risalenti alla seconda guerra mondiale, di scarso valore reale e peraltro ancora in attesa di trasferimento effettivo: uno è quello sotto i Giardini Estensi, l’altro

è in via dei Mille. Bocciate invece tutte le altre richieste, anche se l’Anci ha già annunciato verifiche per capire le motivazioni, spesso oscure, dei dinieghi.
Nel caso di Varese, in quasi tutti i casi la motivazione non è specificata, se si fa eccezione per il complesso immobiliare del poligono di tiro, per il quale «il ministero della Difesa ha confermato la permanenza delle proprie esigenze istituzionali», e per l’ex stazione capolinea della linea del tram per Luino, dichiarata «demanio storico artistico». Niente da fare neppure per una serie di appartamenti, uffici e autorimesse sparsi in giro per la città, ma persino per un singolo posto auto all’interno del centro commerciale Le Corti, che lo Stato ha voluto tenersi stretto.
Bocciatura eccellente anche per il Comune di Gallarate, che aveva chiesto di entrare in possesso della Caserma dell’Aeronautica, le cui «esigenze istituzionali» però sono ancora valide, così come per Luino, che chiedeva una caserma e un’autorimessa dell’ex ferrovia Bettole (un pezzo di sedime ferroviaria è già stato devoluto, per un reddito stimato di novemila euro all’anno), oppure Porto Ceresio che mirava al chiosco doganale.
La maggior parte delle richieste già andate a buon fine riguarda l’ente Provincia, che ha ottenuto, tra gli altri, l’ex poligono di tiro di Gavirate (reddito stimato 2600 euro, il più alto del lotto), l’ex casa del fascio di Curiglia con Monteviasco e il sedime dell’ex ferrovia Luino-Ponte Tresa.

Ben 31 attendono la formalizzazione del trasferimento: tra queste, le ex caserme della Finanza di Cadegliano Viconago, Cremenaga e Porto Ceresio, l’area esterna del poligono di tiro a Gallarate, una spiaggia a Gavirate e una porzione di pista ciclabile a Lonate Pozzolo.
Il “revival” del federalismo demaniale risale all’estate del 2013, quando il governo Letta fece approvare una norma che riapriva i termini di “prenotazione” per una lunga serie di beni del Demanio ritenuti non indispensabili per lo Stato centrale. Tra ottobre e novembre le amministrazioni locali inoltrarono la loro “lista della spesa” di quei beni che avrebbero voluto annettere al loro patrimonio, impegnandosi ovviamente nella manutenzione.