Roma taglia la giustizia A Varese saltano tre tribunali

VARESE La scure dei tagli si abbatte sulle sezioni distaccate dei tribunali: in provincia di Varese saranno soppresse le sedi di Luino, Gallarate e Saronno.
Si dice “spending review” e mira al contenimento dei costi della macchina pubblica, ma per i cittadini e gli operatori rischia di tradursi in un allungamento delle trasferte per i procedimenti giudiziari.
Il rapporto sulla riorganizzazione della giustizia, che il ministro Paola Severino si appresta a portare in Consiglio dei Ministri,

ridisegnerà la mappa dei tribunali nella nostra provincia. La scure risparmierebbe il tribunale di Busto Arsizio (che era a rischio come tutti le sedi delle città non capoluogo), ma si abbatterebbe senza pietà sulle sezioni distaccate.
Sono 220 in tutta Italia e nell’ultima versione del piano redatto dal capo direzione del dicastero Luigi Birritteri verranno tutte soppresse, insieme a 33 tribunali minori e a 37 procure.
Nella prima bozza del piano si prevedeva di “salvare” 60 sedi periferiche, sacrificando una ventina di tribunali in più. Ora invece non ci sarebbe alcuna speranza per le sezioni di Luino, Gallarate e Saronno. I giudici e i procedimenti della città lacuale verrebbero accorpati al tribunale di Varese, mentre quelli di Gallarate e Saronno dovranno spostarsi a Busto Arsizio.
Quest’ultimo tribunale è inoltre destinato a diventare più grande di quello di Varese, dato che allargherebbe la propria competenza territoriale accorpando le sezioni distaccate di Legnano e forse persino di Rho. L’impressione è di trovarsi di fronte all’ennesimo caso di «tagli lineari», come denuncia la Fp-Cgil nazionale.
Nel calderone c’è di tutto, dal sacrosanto taglio del tribunale di Mistretta, paesino da cinquemila anime del messinese, al mantenimento del tribunale di Ivrea, città da 24mila abitanti, meno della metà di Gallarate.
I criteri stilati su base provinciale salvano piccole realtà come Potenza, Bolzano e Campobasso, penalizzando la Lombardia che ha quasi dieci milioni di abitanti in 12 province. Ora c’è da capire come reagiranno tutti quei parlamentari e politici locali che in questi mesi si sono spesi per difendere a spada tratta questa o quella sezione distaccata dalla scure della spending review, e che da giorni sono in processione a via Arenula per spostare la forbice sul tribunale del vicino.
Non tutto è ancora deciso, dato che la legge delega scade il 13 settembre. In questi giorni è prevista l’approvazione in Consiglio dei ministri, poi il piano sarà in Aula per i pareri obbligatori, ma non vincolanti, delle commissioni giustizia, infine tornerà a Palazzo Chigi per il via libera e la firma del Capo dello Stato.
L’obiettivo del Governo è di ottenere dalla riorganizzazione dei tribunali un risparmio complessivo di 76 milioni di euro.

s.bartolini

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