LAVENA PONTE TRESA «Farsi annettere dalla Svizzera? Non scherziamo!». Parole di peso, quelle del sindaco di Lavena Ponte Tresa, Pietro Roncoroni. Perché arrivano dal confine e a pronunciarle è uno che, nato in Canton Ticino, ha la doppia cittadinanza, italiana e rossocrociata.
Sembra che non abbia dubbi.
Voglio restare italiano, nell’Italia unita. Perché mi sento italiano a tutti gli effetti e, pur potendo scegliere diversamente, ho “sposato” questo Paese. Oltretutto, al di là delle provocazioni, queste sono idee irrealizzabili. Restiamo con i piedi per terra e affrontiamo le difficoltà. Comunque non è tutto oro quello che luccica, nemmeno in Svizzera.
Si spieghi meglio.
La Svizzera ha dei punti di forza, ma anche delle debolezze. Penso alla gestione sanitaria pubblica, alle tutele sindacali e in generale alle garanzie sociali. Molti servizi d’eccezione, oltre confine, si pagano a caro prezzo.
Meglio restare in Italia dunque?
Certamente sì. Cercando magari di assumere atteggiamenti più svizzeri, anche nei servizi. Ricordo però che per gli enti locali le cose non vanno bene nemmeno in Ticino, con i piccoli Comuni costretti a fondersi per sopravvivere. L’importante è cooperare con i nostri vicini: per farlo non c’è bisogno di alcuna annessione.
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