Ronde a Caronno PertusellaNessuno ferma il cronista

CARONNO PERTUSELLA I cartelli posizionati all’inizio delle strade interessate al progetto sicurezza parlano chiaro: non preoccupatevi se qualcuno si avvicina per sapere che fate qui o annota il vostro numero di targa, l’area è sottoposta a controllo del vicinato. È proprio così? A giudicare dall’esperienza fatta sul campo nella tarda mattinata di mercoledì qualche dubbio sussiste: il vostro cronista, infatti, dopo aver parcheggiato in via Tintoretto ha scorazzato per le vie interessate (Caravaggio e Mantegna) ma non è

stato avvicinato da alcuno con le classiche domande – «Posso aiutarla? Cerca qualcuno?» – che segnalano l’approccio garbato tipico del controllo del vicinato. Insomma, sarà perchè in questo periodo dell’anno sono pochissime le persone in giro, sarà perchè il vostro cronista non ha l’aria del mariuolo (ipotesi da privilegiare), è un fatto che nessuno se lo è filato (ma non bisogna disperare: magari il numero di targa del veicolo è finito su qualche taccuino…).

Un esperimento sul campo che comunque non scalfisce la bontà dell’iniziativa che rappresenta l’altra faccia della sicurezza fai da te: ovvero l’amichevole collaborazione tra vicini in luogo delle cosiddette ronde per le quali margini di perplessità sussistono anche ora che sono consentite da una legge dello Stato. Quello del “controllo del vicinato”, è infatti un sistema solidaristico tra abitanti dello stesso quartiere mutuato da una esperienza nata nel Regno Unito e rapidamente diffusasi in tutto il mondo anglosassone. L’idea è semplice semplice e presenta, allo stesso tempo, un significativo risvolto in termini relazionali e di rafforzamento dello spirito della comunità: considerare il quartiere come casa nostra. Se vediamo un malintenzionato che tenta di forzare la porta di casa nostra non ci attiviamo subito ed avvertiamo le forze dell’ordine? Ebbene, perché non farlo se nel mirino del ladro c’è il nostro vicino di casa che magari sappiamo essere assente. Questa semplice filosofia è alla base dell’esperimento in atto a Caronno Pertusella – primo comune d’Italia ad adottarlo – è stato praticamente “importato” da Gianfrancesco Caccia.
Piero D’Amico

f.tonghini

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