Il prossimo 17 settembre verrà celebrata la prima unione civile in città. Forse la prima in provincia. Sono due donne, Simona (38 anni, avvocato) e Rosy (41 anni, impiegata) a formalizzare il proprio amore nella sala del gonfalone.
Il pensiero comune descrive gli abitanti di Tradate come persone chiuse, riservate, poco avvezze ai grandi cambiamenti. «Paese piccolo, la gente mormora», guai a uscire dai binari della tradizione. I tempi cambiano, la Lega non è più alla guida della città, i luoghi comuni finiscono nel cestino e capita pure che le rivoluzioni partano proprio da qui. Il sindaco pronuncerà con grande orgoglio la frase che unirà le due donne. «Intanto, gli amministratori pubblici sono i primi che hanno il dovere di rispettare una norma nazionale –
commenta la Cavalotti – non farlo sarebbe una violazione della legislazione statale. Precisato ciò, sono fiera e felice di celebrare questo unione e chiederò alla giunta di essere presente. Il riconoscimento delle unioni civili, anche tra persone dello stesso sesso, è una responsabilità civile importante: è fondamentale garantire pari diritti a tutti, non intervenire sull’amore e l’orientamento sessuale dei cittadini. Dietro questa unione, dopo tutto, c’è solo amore».
Un momento storico per la città che, grazie all’ascesa dell’amministrazione Cavalotti, è sempre in prima linea nella battaglia per i diritti civili. Quella che fino a maggio del 2012 è stata la casa delle Lega Nord per ben 19 anni, oggi a Tradate essere coppia omosessuale non è più qualcosa da tenere nascosto, o peggio, di cui vergognarsi. Ora si può viverla alla luce del sole, presentandosi davanti alle istituzioni. «È Tradate stessa che vince. Perché finalmente si arricchisce della cittadinanza piena di coloro cui prima era negato il diritto ad unire davanti allo Stato il loro amore». Poche volte una legge è anche una lettera d’amore. Quella sul riconoscimento delle unioni civili è una di quelle. Sono tante le persone che si stanno rivolgendo agli Uffici dell’Anagrafe dei comuni della provincia a chiedere informazioni in merito alle unioni civili omosessuali. Anche nella Città Giardino saranno due donne le prime a unirsi “in matrimonio”, così come previsto dalla legge Cirinnà, all’interno di Palazzo Estense.
Il 20 gennaio 2017, si uniranno civilmente nel comune di Casciago anchee . «Viviamo insieme da 18 anni – spiega Igor – Ora finalmente possiamo celebrare il nostro matrimonio: anche se c’è chi continua a puntualizzare sul fatto che si tratta di un’unione civile e non di un matrimonio, per noi rimane un matrimonio a tutti gli effetti. Sarà una giornata di grandissima festa».