– Ruba i mobili alla quasi ex moglie: condannato a 10 mesi per il furto. Il fatto, che vede protagonista un settantenne varesino risale al novembre 2016. La sentenza pronunciata dal giudice monocratico di Varese.
La a questo punto ex moglie, assistita dall’avvocato , parte civile nel procedimento. Il contesto è quello di una separazione molto burrascosa. Il settantenne, che in passato ha già avuto vicissitudini giudiziarie con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, a detta della moglie aveva sempre avuto un carattere decisamente molto acceso. Un marito padrone, insomma, che alla donna aveva lasciato ben poca libertà d’azione negli anni del matrimonio. C’erano stati litigi piuttosto violenti, c’erano stati strattoni e insulti. C’era quel carattere aggressivo che la moglie aveva subito per anni. Subito un po’ per paura, un po’ per l’angoscia di non sapere come fare, lei non più giovanissima, a stare in piedi qualora avesse detto basta.
E’ purtroppo questo un tratto che caratterizza la quasi totalità di situazioni di questo genere. Un marito “padrone” ha anche questo quale effetto collaterale: toglie autostima, toglie autonomia. E la donna, oltre a tutto lo shock emotivo che deve sopportare, si ritrova a sentirsi completamente sola. A non avere fiducia in se stessa e nelle proprie capacità. Accade che dopo anni, dopo che il marito si era messo nei guai con la giustizia, la moglie dica infine basta. La coppia si separa. E’ una separazione tumultuosa, come detto.
Il marito non è d’accordo e, in ogni caso la sua indole gli impedisce di lasciar perdere. Di lasciare andare quella donna. Su di lei non ha più però ormai alcun potere. E’ motivata a salvare il salvabile di se stessa e di ciò che le appartiene. Nello specifico il mobilio che arredava l’abitazione di famiglia. Suo a tutti gli effetti. Teme che l’ex marito, per farle dispetto, possa farlo sparire. E allora lo affida a un’anziana
residente a Induno Olona. Una persona, ultraottantenne, di cui si fida. L’ex marito però rintraccia il mobilio e intima alla pensionata di consegnarglielo. L’anziana ubbidisce intimorita, anche se in aula, tutt’altro che paurosa ha saputo ricostruire l’accaduto punto per punto. Scatta la denuncia e arriva il rinvio a giudizio. E il furto dei mobili, ai quali la vittima s’era attaccata quasi fossero un simbolo del suo aver alzato la testa, è stato punito con una condanna a 10 mesi. Esattamente il doppio di quanto richiesto dalla pubblica accusa.