Mosca, 14 mar. (Ap) – A due settimane dal primo incontro tra il
presidente americano Barack Obama e il suo omologo russo Dimitri
Medvedev una delicata questione rischia di gettare un’ombra sul
summit. L’agenzia russa Interfax riferisce che nel futuro
bombardieri strategici russi potrebbero essere stanziati sul
territorio cubano (o in alternativa venezuelano) o comunque
utilizzare le piste d’aviazione di quei paesi per i loro voli di
pattugliamento, ipotesi questa sempre avversata da Washington.
Nel 2007, dopo quindici anni di stop, l’aviazione russa ha
ripreso i voli di pattugliamento a lungo raggio dei suoi
bombardieri TU-160.
Per il momento, ancora nessuna replica da Washington ma restano
agli atti le dichiarazioni che già nel luglio scorso aveva fatto
un alto ufficiale del Pentagono, il generale Norton Schwartz,
che aeva esplicitamente messo in guarda la Russia da far
stazionare i suoi bombardieri strategici a Cuba: “se faranno una
cosa simile…penso che la nostra risposta dovrebbe essere ferma
e dire chiaramente che quella è una soglia da non francare. Per
gli Usa sarebbe come olrepassare una linea rossa”.
L’agenzia Interfax, stamane, citava le parole di un alto
ufficiale dell’aviazione militare russa, il generale Anatoli
Zhikharev. Il generale anticipa anche che il presidente del
venezuela Hugo Chavez avrebbe offerto a Mosca la disponibilità
del suo paese ad accogliere i bombardieri strategici. Nello
specifico Chavez avrebbe parlato di un’isola che potrebbe fungere
da base di apoggio.
Anatoli Zhikharev, riferendosi al progetto di stanziare i
velivoli a Cuba, ha spiegato: “se c’è una volontà in tal senso da
parte dei dirigenti dei due stati, quindi una volontà politica,
noi siamo prongi a fare la nostra parte”. Tecnicamente,ha
aggiunto, a Cuba “vi sono quattro o cinque aeroporti con pista
lunghe almeno 4000 metri che potrebbero fare al caso nostro”.
Quanto alla proposta di Chavez, anche su questo il generale
ribadisce che l’ultima parola spetta alla politica. “Si, il
presidente del Venezuela – conferma – ci ha fatto questa offerta.
Se vi sarà una decisione politica appropriata la cosa si può
fare”. In questo caso, tuttavia, il possibile aeroporto “dovrà
essere rinnovato” per consentire l’atterraggio e il decollo dei
bombardieri russi. La base venezuelana sarebbe in ogni caso una
semplice base d’appoggio, perché la costituzione venezuelana non
cosente di ospitare sul territorio della repubblica truppe
straniere.
Cuba non ha mai ospitato permanentemente mezzi aerei strategici
russi o sovietici anche se durante la guerra fredda l’aviazione
di MOsca utilizzava le basi cubane per i rifornimenti dei suoi
velivoli. E resta da capire se adesso, per Raul Castro e il suo
governo, sia conveniente e opportuno mettere a repentaglio il
tentativo di dialogo con gli Usa.
Forse più concreta, allora, l’ipotesi venezuelana. E che tra
Mosca e Caracas la cooperazione politica e militare sia in un
momento di grande sviluppo bastaano a dimostrarlo pochi esempi
recenti. Nel settembre scorso i combabardieri russi hanno
effettuato una serie di ‘voli di addestramento’ proprio in
Venezuela. A fine 2008, inoltre, la marina russa e venezuelana
avevano effettuato comuni manovre navali.
VGP
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