Mosca, 12 ago. (Apcom-Nuova Europa) – Ieri Mosca ha respirato per la prima volta da vari giorni, ma i servizi meteorologici prevedono una pausa di breve durata. Permane il caldo, con temperature oltre 30 gradi in tutta la Russia occidentale, mentre vola il prezzo del pane (più 20% in pochi giorni), spinto dalla siccità che ha fatto crollare i raccolti di grano. Sulla stampa russa e su internet si moltiplicano le critiche al tandem al potere, il premier Vladimir Putin e il presidente Dmitri Medvedev, per la gestione dell’emergenza. immagini mai mostrate alla tv, ma diffuse su internet, mostrano Putin, in occasione di una visita a un villaggio devastato dalle fiamme, aggredito verbalmente dagli abitanti che accusano lo Stato di averli abbandonati al loro destino.
Sul fronte della guerra al fuoco il ministero delle Situazioni di Emergenza annuncia che le aree in preda agli incendi si sono dimezzate. Sono ancora in fiamme 92.000 ettari. Da inizio estate sono andati in fumo in Russia 810.000 ettari. Migliora la situazione anche attorno ai due centri nucleari accerchiati dalle fiamme, in particolare quello di Snezhinsk, negli Urali, dove l’incendio è stato spento. Il governo è pronto a sferrare “un massiccio colpo” alle fiamme anche a Sarov, sede di un altro centro dove si producono armi nucleari. Le acque del fiume Oka infine sono state deviate per allagare le torbiere in fiamme i cui fumi opprimono la capitale.
Il bilancio delle vittime degli incendi di boschi e torbiere russi alimentati dal caldo eccezionale è salito a 53, secondo l’ultimo bollettino del ministero della Sanità di Mosca.
E cresce la preoccupazione per i “boschi radioattivi” cioè per le foreste contaminate dalla catastrofe nucleare di Chernobyl, in fiamme da luglio. Ma le autorità russe minimizzano i rischi di propagazione dei materiali radioattivi. La lista della zone colpite dalle fiamme comprende Bryansk, alla frontiera con la Bielorussia e l’Ucraina, nell’ovest, dove 28 incendi hanno devastato 269 ettari di foresta. L’area è stata contaminata dal fallout del disastro di Chernobyl del 1986.
Non si è rilevata alcuna radiazione nei residui della combustione” afferma però il ministero delle Situazioni d’emergenza.
Aqu-Bea
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