Mosca, 17 feb. (Apcom) – La Russia ha annunciato di aver sospeso
la fornitura all’Iran del sistema di difesa missilistico
antiaereo S-300 giustificando la propria decisione con dei
“motivi tecnici”: lo ha reso noto l’agenzia di stampa russa
Interfax.
“Il ritardo si spiega con delle ragioni tecniche, el fornmiture saranno effettuate no appena questi saranno risolti”, ha dichiarato il direttore del servizio russo per la cooperazione militare e tecnica, Alexander Fomin; la decisione di Mosca giunge il giorno dopo la visita nella capitale russa del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Netanyahu, che ha incontrato il presidente Dimitri Medvedev e il
premier Vladimir Putin, sembra avere così ottenuto l’assenso
russo a non dare seguito – almeno per il momento – alla
fornitura, nonostante le divergenze emerse tra la dirigenza
politica e i vertici militari. A complicare la questione vi sono
però altri due fattori, ovvero la crisi economica – che rende
ancora più appetibile il lato finanziario dell’accordo con
Teheran – e la ripresa delle forniture belliche israeliane alla
Georgia, non limitate ad armamento puramente difensivo.
Israele – e gli Stati Uniti – chiedono da tempo l’annullamento
del contratto di fornitura: il sistema missilistico antiaereo
S-300 potrebbe infatti essere dispiegato a difesa dei siti
nucleari iraniani e lo Stato ebraico non ha ancora escluso
l’opzione militare per impedire all’Iran di fabbricare una
testata nucleare; secondo fonti militari russe anzi un piano
coordinato con il pentagono sarebbe in effetti già pronto.
La visita di Netanyahu coincide peraltro con un inasprimento
delle posizioni russe rispetto a Teheran, accusata di voler
seminare dei “dubbi” sulla natura dei propri programmi nucleari
dopo la decisione di arricchire l’uranio al 20%, respingendo così la proposta di arricchimento all’estero avanzata dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) e appoggiata da Mosca.
Il premier israeliano cercherà in primo luogo di ottenere l’assenso russo a delle sanzioni “efficaci” contro l’Iran e che costringano Teheran a maggiori aperture sul dossier nucleare.
Infine, in agenda anche la possibilità di organizzare a Mosca una Conferenza di Pace sul Medio Oriente, ipotesi sulla quale Israele – con un’alta percentuale di immigrati russi – non avrebbe obiezioni di principio, ma che potrebbe essere messa in discussione dalla recente visita nella capitale russa del massimo dirigente politico di Hamas, Khaled Meshaal.
Mgi
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