Russia/ Putin difende modernizzazione di Medvedev. E il ‘tandem’

Mosca, 7 set. (Apcom-Nuova Europa) – La crisi ha un po’ rallentato, “ha sottratto risorse” ai progetti di modernizzazione della Russia, ma il piano annunciato un anno fa dal presidente Dmitri Medvedev “è un compito che resta attuale e prioritario”. E’ il premier Vladimir Putin a difendere il ‘manifesto’ del suo successore per la modernizzazione, iniziativa che compie un anno tra qualche critica e parecchio scetticismo. Le opinioni negative hanno prevalso durante la riunione annuale del Valdai Club, che si conclude oggi a Mosca, e un dettagliato sondaggio realizzato tra i partecipanti stranieri ha rilevato ben pochi cambiamenti nei 12 mesi dalla pubblicazione dell’articolo programmatico ‘Russia, Avanti tutta!”.

Ma il premier sottoscrive la direzione indicata dal nuovo presidente, e assicura che è la linea è condivisa. Incontrando a Sochi i membri del club di accademici, analisti, giornalisti stranieri, ieri sera ha argomentato che “malgrado la crisi, nell’ultimo anno abbiamo fatto passi sempre cercando di non contraddire l’obiettivo della modernizzazione”, obiettivo che peraltro rivendica come già tracciato nella sua precedente ‘Strategia 2020′. Insomma, il tandem funziona, ribadisce. Rodato da “vent’anni di lavoro assieme” e proiettato verso una decisione concordata sulla candidatura per le presidenziali del 2012. “Né io né Medvedev faremo mai qualcosa che vada contro la Costituzione”, afferma Putin. Quanto a chi correrà per il Cremlino tra i due – o tutti e due? – il premier taglia corto: “è ancora troppo presto per parlarne”.

Fortemente sospettato di essere sempre l’unico al volante della complicata macchina russa, Putin si professa sostenitore e autore della divisione delle prerogative al vertice dello Stato. “Sono contrario al potere in mano ad una sola persona e ho fatto in modo che non andasse così: il presidente è Medvedev e il presidente per definizione ha un enorme potere, e lui lo usa molto bene”, argomenta l’ex capo del Cremlino. Indicando come “comune obiettivo un sistema equilibrato,

che possa reagire in modo automatico ai problemi”. E’ questo il nuovo mantra di Putin, anche dopo gli incendi che hanno colto di sorpresa un sistema disorganizzato e disarmato di fronte alla catastrofe. E proprio perché questo “sistema automatico” non c’è, il potere deve mobilitarsi di prima persona di fronte all’emergenza, sostiene. “Obama è forse colpevole della marea nera nel golfo del Messico? Ma la gente vuole vederlo attivo, vuole che sia là, in prima linea”. Così, ecco l’estate che Putin ha trascorso nelle zone colpite dagli incendi, incontrando operai nelle frabbriche, o sulle strade del Lontano Oriente, guidando una piccola Lada Kalina e rilasciando interviste a raffica. Attivissimo. Come fosse iniziata la campagna elettorale, suggeriscono molti a Mosca e dintorni. D’altronde manca solo un mese alle elezioni regionali e il suo partito, Russia Unita, teme un calo dei consensi.

Il capo dell’esecutivo moscovita racconta di funzionari che si sono rifiutati di accompagnarlo sui luoghi degli incendi, per paura della reazione della gente. Per fortuna “i cittadini hanno una inesauribile fede nella Russia. Senza mai avanzare troppe pretese”, commenta. E racconta l’incontro con una vecchietta di 86 anni, rimasta senza casa dopo un incendio, un anno fa. L’anziana ha avvicinato il premier durante il viaggio nell’est del Paese. “Ho diritto a una compensazione, oppure mi devono costruire una nuova casa”, gli ha detto. Poi, senza attendere risposta: “però almeno mi date un po’ di mattoni, qualche asse di legno”. Putin ride, sorride, sospira: “gente autosufficiente. Con un’eterna fede nella Russia”.

Orm

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