Mosca, 4 ago. (Apcom-Nuova Europa) – La Russia si prepara davvero al peggio, mentre le fiamme che divorano ormai molte zone del Paese, si avvicinano pericolosamente a siti nucleari e distruggono basi militari. In gioco la sicurezza nazionale di una delle prime potenze atomiche al mondo. Il presidente russo Dmitri Medvedev ha preso una decisione di forza, licenziando le alte sfere della Marina dopo il devastante rogo alla base aerea militare del distretto di Kolomna, regione di Mosca. Degradati alti ufficiali a partire dal comandante in capo, l’ammiraglio Vladimir Vysotsky.
Intanto tutti i materiali fissili ed esplosivi sono stati “evacuati” dallo storico impianto sperimentale nucleare russo Arzamas-16, a Sarov, 500 chilometri a est di Mosca. Gli incendi boschivi che stanno devastando il Paese minacciano da vicino l’impianto e secondo Sergei Kiriyenko, capo dell’agenzia nucleare Rosatom – intervenuto oggi nel corso di una riunione del Consiglio di Sicurezza – le misure di protezione delle installazioni strategiche sono state attivate.
Il fuoco colpisce in primo luogo la vita quotidiana, uccide, distrugge case: 50 morti, 500 feriti, migliaia di sfollati e di case bruciate. E Mosca continua ad accettare aiuti dall’esterno, compresa l’Italia che manderà due Canadair; per ora in prima linea ci sono le ex repubbliche sovietiche politicamente più o meno vicine alla Russia: Ucraina, Estonia. Medvedev ha ringraziato il collega Nursultan Nazarbaiev per l’aiuto kazako offerto. Il premier Vladimi Putin non ha respinto la mano tesa da Minsk e con il collega Sergey Sidorovsky metterà a punto i dettagli.
E intanto la capitale è diventata il simbolo di come la natura sta mettendo in ginocchio il Paese. La nube di smog acre e densa è tornata a circondare Mosca ieri sera, riducendo la visibilità a 300 metri e causando problemi di traffico. Nella notte gli scali aerei hanno continuato a funzionare, nonostante la nebbia generata dal monossido di carbonio.
In particolare Domodedovo, in mezzo ai boschi a sud est della capitale, ha mantenuto il solito regime, pur essendo immerso nel fumo. La nebbia era presente non solo intorno all’aeroporto, ma anche al suo interno. Nelle sale di attesa e nei corridoi dello shopping un’intensa puzza di fumo e foschia. Il personale e i passeggeri intontiti dalle esalazioni, mentre attorno l’aria notturna era rovente.
“Ci stiamo preparando per lo scenario peggiore” ha detto il ministro delle Situazioni di emergenza Sergei Shoigu. “Le temperature dovrebbero salire a 40 gradi Celsius entro il weekend”, ha aggiunto.
Ormai i moscoviti si sono abituati a svegliarsi con l’odore di fumo, causato dalle torbiere in fiamme e dagli incendi boschivi che circondano la capitale. Ma stamattina lo smog che avvolgeva la capitale era troppo denso e, tra le altre cose, ha ridotto significativamente la visibilità sulle strade. Nella notte e domani mattina, inquinamento e foschia continueranno a imperversare, secondo le previsioni.
Cgi
© riproduzione riservata