Sala slot a Gallarate? Il Comune dice no

L’incrocio tra legge regionale e regolamento municipale vieta strutture d’azzardo nei luoghi sensibili. Eppure c’è chi ci prova, scontrandosi col diniego di Palazzo Borghi. Protasoni: «Non temiamo ricorsi»

– Gioco d’azzardo, ad Arnate si rincorro le voci sull’apertura di nuove sale dedicate. Ma l’assessore alle Attività economiche ribatte: «Per queste realtà in città non c’è più spazio».
A sollevare la questione è , consigliere di Forza Italia ed ex presidente della circoscrizione di Arnate e Madonna in Campagna: «Si parla di una sala giochi sotto i portici di piazza Zaro, non mi sembra una collocazione adatta». In realtà, nemmeno possibile.

Tanto la legge regionale, quanto le regole del Piano di governo del territorio prevedono infatti per le nuove aperture una distanza minima di 500 metri dai cosiddetti luoghi sensibili. Ovvero scuole, ospedali, impianti sportivi, luoghi di culto e oratori. E appunto in piazza Zaro si affaccia anche la chiesa dei Santi Nazaro e Celso.
«Riceviamo quotidianamente richieste per l’apertura di nuove sale slot e a tutti rispondiamo che non è possibile – spiega però Protasoni –

Ho fatto predisporre una mappa che evidenzi un raggio di 500 metri intorno ai luoghi sensibili: non c’è un punto della città, all’interno del nucleo abitato, dove sia possibile aprire o installare nuove attrezzature».
Chi volesse avviare un’attività di questo tipo dovrebbe cercare uno spazio all’interno della zona industriale di Sciarè, piuttosto che nella zona commerciale di viale Milano. Più in generale, alle estreme periferie della città: non esattamente posti di grande passaggio.
Eppure, nonostante queste limitazioni, c’è chi ci prova lo stesso. È successo qualche mese fa in piazza Giovanni XXIII, di fronte alla stazione: in questo caso il titolare, di nazionalità cinese, ha desistito quando il Comune ha messo in chiaro legge regionale e regole del Pgt. Ed è esattamente quello che sta avvenendo per un’altra richiesta, sempre ad Arnate, per l’apertura di una sala scommesse tra via Torino e via XXII Marzo. Presentato prima come punto di gioco sportivo, quindi come punto ippico, ha sempre ricevuto il “niet” di Palazzo Borghi.

Al punto che lo scorso 3 aprile il Comune ha diffidato la proprietà dall’avviare l’attività, specificando che anche le sale dedicate alle scommesse devono rispettare la distanza minima dai luoghi sensibili. E appunto l’immobile all’angolo tra via Torino e via XXII Marzo non è abbastanza lontano da questo tipo di edifici.
«Il Pgt vieta la collocazione di nuovi apparecchi per il gioco lecito e l’apertura di sale scommesse. E secondo noi questa di via Torino sarà una sala scommesse», spiega Protasoni. Perciò è scattata la diffida e la Polizia locale ha l’ordine di tenere sotto controllo la zona. Se la proprietà dovesse comunque aprire, «sarà emessa un’ordinanza di chiusura. E se ricorrerà – promette l’esponente dell’esecutivo di centrosinistra – andremo in tribunale».