VARESE – Saranno saldi invernali più alti del 2023 ma meno del 2022 secondo l’Unione nazionale consumatori, quelli iniziati oggi in Valle d’Aosta e che partiranno venerdì prossimo in Lombardia, così come nel resto d’Italia, con la sola eccezione del Trentino Alto Adige.
A Varese, e in tutta la Regione, gli sconti avranno inizio il 5 gennaio e dureranno circa 60 giorni, fino al 4 marzo. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio Studi Confcommercio, in tutta Italia saranno 15,8 milioni le famiglie che si dedicheranno allo shopping scontato e ogni persona spenderà circa 137 euro, per un giro di affari di 4,8 miliardi di euro. A trainare i maggiori ribassi sarà l’abbigliamento, dove, tra indumenti e accessori, quest’anno è previsto un abbassamento medio dei prezzi del 20,4%, in aumento di un punto percentuale su gennaio 2023 e in flessione di 1,3 punti sui saldi invernali del 2022.
Nel fare acquisti l’Unione nazionale consumatori suggerisce di prestare attenzione al prezzo effettivo da pagare e di non farsi incantare da ribassi “improbabili che spesso nascondono fondi di magazzino o prezzi vecchi gonfiati”. Va sempre conservato lo scontrino (anche se non è obbligatorio averlo per esercitare la garanzia, basta la prova dell’acquisto).
Valgono le regole di sempre: i capi in saldo si possono cambiare e il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso. In caso di difetto di conformità del bene, il consumatore ha diritto alla sua riparazione o alla sostituzione, salvo che la sostituzione sia impossibile o con costi sproporzionati rispetto all’altro rimedio, tenuto conto del valore che il bene avrebbe in assenza del difetto e dell’entità del difetto (non si può pretendere la sostituzione delle scarpe solo perché è rotto un laccio,
in tal caso si deve accettare la riparazione). I prezzi vanno sempre confrontati per evitare l’acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi. Evitare inoltre di acquistate nei negozi che non espongono il cartellino che indica il prezzo precedente, la percentuale dello sconto e il prezzo nuovo. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Quanto ai pagamenti con il Pos, l’Unione nazionale consumatori ricorda che tutti i commercianti sono tenuti ad accettare i pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, per qualsiasi importo. Due le eccezioni: l’oggettiva impossibilità tecnica, se il commerciante ha il Pos fuori uso per un guasto tecnico o se il terminale non ha linea, non è passibile di sanzione. La seconda è che sono obbligati ad accettare i “pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito e alle carte prepagate”. Almeno, vuol dire che potrebbero accettare un solo circuito e una sola tipologia di carta di debito (per esempio il bancomat), restringendo così la possibilità per gli utenti di pagare in modo elettronico.