Samarate, ricorso in appello contro l’ergastolo ad Alessandro Maja l’omicida di moglie e figlia

I difensori di Maja, responsabile della "stage di Samarate", impugnano la condanna all'ergastolo inflitta in primo grado e puntano al riconoscimento del parziale vizio di mente (Foro d'archivio)

SAMARATE – Impugnata innanzi alla Corte d’appello la sentenza di condanna con la quale Alessandro Maja è stato condannato all’ergastolo per il duplice omicidio della moglie e della figlia ed il tentato omicidio del figlio. Lo scorso luglio, la Corte d’assise di Busto Arsizio ha condannato Maja all’ergastolo. L’uomo, 57 anni, geometra, nel maggio 2022 uccise a martellate la moglie Stefania Pivetta, di 56 anni, e la figlia sedicenne Giulia e ridusse in fin di vita l’altro

figlio, Nicolò, 24 anni. La strage si era consumata nella villetta della famiglia a Samarate. I giudici di primo grado avevano accolto le richieste del sostituto procuratore Martina Melita, respingendo le tesi della difesa che aveva chiesto le attenuanti generiche e il riconoscimento del parziale vizio di mente. Adesso i difensori dell’uomo Gino Colombo e Laura Pozzoli hanno presentato il ricorso e, tra le motivazioni d’appello la richiesta di riconoscere la parziale incapacità di intendere e volere al momento degli omicidi.