Sant’Antonio Abate. A Varese si preparano i festeggiamenti. Le parole di Monsignor Gioia

Varese in festa per Sant'Antonio Abate. Molti gli eventi tra sacro e profano dal 16 al 19 gennaio (immagine generica d'archivio)

VARESE – Come ogni anno giunge gennaio e la città di Varese si prepara a vivere un momento di grande devozione e tradizione, riflessa nella festa di Sant’Antonio Abate. Le celebrazioni nei confronti del santo eremita e taumaturgo, protettore degli animali, si terranno dal 16 al 19 gennaio nella chiesa dedicata al santo.

E’ Monsignor Gabriele Gioia, prevosto della città e responsabile della comunità pastorale dedicata al santo, a darne notizia, rimarcando l’importanza dell’evento religioso per tutti i varesini e per i devoti del protettore degli infermi, degli animali domestici e di coloro che cercano l’anima gemella.

I festeggiamenti avranno inizio giovedì 16 gennaio con la celebrazione eucaristica alle 10 e la benedizione delle candele votive. Saranno I volontari della parrocchia ad accogliere i fedeli durante tutto l’arco della giornata. Sarà possibile pregare, accedere un cero o lasciare un biglietto scritto, che verrà posto nella tradizionale pira di legna del falò.

La festa avrà il suo apice nel tradizionale falò di Sant’Antonio, organizzato dai Monelli della Motta durante il quale oltre al raccoglimento religioso e alla convivialità, si avrà la partecipazione di autorità civili e militari.

Venerdì 17 gennaio, giorno dedicato a Sant’Antonio Abate, saranno celebrate le messe religiose, con la tradizionale benedizione degli animali e dei pani prevista per le 12 in Piazza Motta.

Domenica 19 gennaio, infine, la festa vedrà la sua conclusione con una esibizione musicale per ottoni e organo.

Per informazioni e per il programma completo della festa c’è il sito internet dedicato www.santantonioabatevarese.it.

Le dichiarazioni di Monsignor Gioia

Per me è una novità celebrare questa festa qui a Varese, e sono felice di raccogliere una tradizione così significativa. È la prima volta che partecipo da prevosto e da parroco, come responsabile della comunità del centro. A Sant’Antonio chiederemo di vegliare sulla nostra città e di esaudire le preghiere di quanti lo invocano. Una prima volta con una ricorrenza che si perde nei secoli, ma non la prima legata al santo. «Vengo da una città in cui sono stato battezzato proprio in una parrocchia dedicata a Sant’Antonio, e questo rende il tutto ancora più speciale.