– Sabato mattina l’addio a Claudio Silvestri, questa sera il Rosario in Chiesa per ricordare “Ozzo”. Dopo la chiusura del caso, con l’arresto dell’assassino reo confesso, ieri è finalmente stata fatta chiarezza anche sulle esequie di Claudio Silvestri, il 41enne di Jerago con Orago strangolato nella sua abitazione di via Vittoria. Faccende burocratiche, quelle relative all’ultimo addio e alla sepoltura della salma, che sono inevitabilmente finite in secondo piano, di fronte al dolore di una fine così
tragica e alla necessità della famiglia, segnata da una tragedia indicibile, di avere giustizia. Ma dopo che la Procura ha potuto annunciare di aver rintracciato e fermato l’assassino, è toccato anche a questa incombenza. Ieri mattina a Villa Cova, sede municipale, il sindaco di Jerago con Orago Giorgio Ginelli ha incontrato Mauro Silvestri, il fratello di Claudio, con l’intenzione di accelerare il più possibile le pratiche per il funerale. Ginelli ha contattato il parroco di Jerago don Remo Ciapparella, che nei giorni scorsi era in viaggio all’estero con i parrocchiani, e ha sollecitato la Procura a far pervenire il nulla osta alla celebrazione delle esequie. Nel pomeriggio di ieri la decisione di celebrare un Santo Rosario in ricordo della vittima questa sera alle 20.30 nella Chiesa Parrocchiale di San Giorgio di Jerago, e di tenere il funerale domani mattina alle 11, sempre in Chiesa parrocchiale. Nonostante il periodo di ferie, si attende una grande partecipazione collettiva, visto che Claudio era molto conosciuto e che la vicenda ha scosso in modo particolare l’intera comunità jeraghese. Per la famiglia – e in particolare per la signora Anna, la madre di Claudio, che era in vacanza in montagna quando è stata raggiunta dalla tragica notizia – l’occasione per ricevere l’abbraccio affettuoso di un’intera comunità. Lo stesso già sperimentato sedici anni orsono, quando Claudio Silvestri rimase vittima di un terribile incidente stradale a Busto Arsizio, che costò la vita a due suoi amici jeraghesi, Ilario Rustighini e Francesco Zoia. Dopo lo schianto, “Ozzo” rimase in coma, e fu praticamente “adottato” dalla comunità jeraghese: i suoi amici gli dimostrarono nel concreto grande vicinanza, alternandosi nell’assistenza in ospedale con una catena di solidarietà che fu commovente. Ora in molti ripenseranno a quei momenti, in cui Claudio Silvestri scampò alla morte e si riprese, superando con determinazione i problemi e le disabilità provocate da quel terribile incidente. Il destino che allora lo salvò, stavolta se lo è ripreso, perché, come si è sentito dire nei giorni scorsi a Jerago, forse “Ozzo” «non era destinato ad invecchiare».