Sarah Scazzi/ In aula Michele non può parlare con moglie e figlia

Taranto, 29 ago. (TMNews) – Nella stessa aula, ma separati da un gabbiotto in muratura. Per tutto il tempo dell’udienza preliminare Michele Misseri è riuscito solo a intravedere moglie e figlia che hanno assistito all’udienza da una piccola stanza ricavata all’interno dell’aula e riservata ai detenuti. Cosima e Sabrina non hanno voluto però rivolgergli molti sguardi. Alla fine dell’udienza Michele ha provato ad avvicinarsi a loro, ma è stato bloccato dagli agenti della Polizia penitenziaria.

Le donne sono state fatte accomodare sul lato destro estremo dell’aula. Dalla parte opposta, si è seduto Misseri. Poco più avanti, insieme ai legali di parte civile, c’erano Concetta, Giacomo e Claudio Scazzi, ovvero madre, padre e fratello di Sarah. I loro sguardi si sono incrociati solo per qualche attimo, ma gli Scazzi non hanno rivolto a Michele Misseri nemmeno una parola.

I genitori di Sarah e suo fratello si sono costituiti parte civile questa mattina all’udienza preliminare del processo per il delitto della quindicenne davanti al gup del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere. Il collegio difensivo che li rappresenta ha chiesto 33 milioni di euro come risarcimento danni, con provvisionale di 300mila euro a Sabrina e Cosima, imputate di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere, e Michele, accusato di concorso in soppressione di cadavere. Stando a quanto si apprende, quote minori, pari a sei milioni di euro, sono stati chiesti come risarcimento a Cosimo Cosma e Carmine Misseri, nipote e fratello di zio Michele, anche loro imputati di concorso in soppressione di cadavere.

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