Taranto, 6 nov. (Apcom) – Cinque ore sotto interrogatorio per rendere dichiarazioni spontanee agli inquirenti che indagano da oltre due mesi sulla scomparsa e la morte di Sarah Scazzi. Michele Misseri, lo zio di Sarah, la giovanissima studentessa di Avetrana, alla fine ha parlato. Non sarebbe riuscito a tenersi dentro il tarlo della responsabilità che da quel maledetto pomeriggio del 26 agosto lo ha logorato. Erano da poco passate le 14 di ieri, quando lo stesso contadino di Avetrana dopo un incontro con la criminologa Roberta Bruzzone ha deciso di vuotare definitivamente il sacco, addossando tutte le responsabilità dell’omicidio alla figlia Sabrina (già indagata per concorso nell’omicidio) e non solo.
In carcere subito dopo pranzo ieri sono arrivati il Procuratore Aggiunto Pietro Argentino il comandante del reparto operativo dei carabinieri di Taranto Tenente Colonello Antonio Russo e successivamente anche il titolare delle indagini Mariano Buccoliero. Poi intorno alle 17,30 l’arrivo del Procuratore Capo Franco Sebastio accompagnato dal comandate provinciale dell’Arma Tarantina Giovanni Di Blasio ha reso chiaro quanto stava accadendo all’interno della stanza degli interrogatori della casa circondariale tarantina.
Michele Misseri, secondo indiscrezioni, avrebbe addossato le maggiori responsabilita’ nell’uccisione della nipotina Sarah alla figlia Sabrina, limitando il proprio ruolo nella vicenda alla fase dell’occultamento del cadavere. Ma soprattutto Michele Misseri ha tirato in ballo altre persone. I magistrati ieri sera alle dopo le 21 hanno lasciato il carcere e sono tornate negli uffici della procura. Poi hanno abbandonato il tribunale senza peraltro rilasciare dichiarazioni. Quel che è certo, almeno al momento che il “giallo di Avetrana” ancora è lontano dall’essere risolto.
fmc
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