Sarah Scazzi/Michele: Sabrina sempre sicura,io mi sentivo morire


Taranto, 14 nov. (Apcom)
– L’aveva detto subito Michele Misseri, ancora prima di fare ritrovare il telefonino della nipote, che Sarah era in contrada Mosca. Era il 28 settembre, la prima volta che veniva ascoltato dai carabinieri, dopo oltre un mese dalla scomparsa di Sarah. “Sono andato a cercarla in contrada Mosca – aveva riferito – mentre tutti la cercavano ad Avetrana, a mare”. Il giorno dopo aveva messo in scena il ritrovamento del cellulare semibruciato nel suo uliveto e, dopo ancora una settimana, richiamato in caserma dai carabinieri, aveva confessato l’omicidio della nipote.

Lo stato d’animo del contadino, turbato da fortissimi sensi di colpa, emerge dall’ultimo interrogatorio del 5 novembre scorso, in cui ha riversato sulla figlia Sabrina la responsabilità del delitto. “Io mi sentivo morire – racconta Misseri – cioè prima o poi doveva uscire per forza, non ho trovato nessun amico, pure che mi incoraggiasse, che mi dicesse andiamo tutti e due: perché con mia moglie non ti potevi confidare, altrimenti, succedeva il finimondo, con Sabrina stiamo già come stiamo…”. A Misseri, il Pm Buccoliero chiede quale fosse, nello stesso frangente, la reazione di Sabrina. “Ti ha mai detto: ho paura che adesso mi scoprono?”, gli domanda. E Michele: “No, lei sai cosa diceva a me? Papà è troppo bravo, non lascia piste”.

fmc

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