Cagliari, 3 apr. (Apcom) – E’ stata scarcerata la mamma di 38 anni accusata di aver segregato i suoi figlioletti (il maschietto di quattro anni e la femminuccia di tre) in una stanza della loro casa di Capoterra, nel cagliaritano, in condizioni igieniche precarie, mentre lei lavorava in una chat erotica. Lo ha deciso il giudice del Tribunale di Cagliari dopo che l’interrogatorio cui è stata sottoposta dal Gip Giovanni Massidda. Assistita dall’avvocato Riccardo Floris, la 38enne ha asserito che quello scoperto dai Carabinieri, vigili urbani e assistenti sociali di Capoterra era un episodio sporadico. Il pm Alessandro Pili aveva chiesto gli arresti domiciliari) ma le è stato disposto il divieto di dimora a Capoterra.
Una storia fatta soprattutto di disagio, degrado e problematiche psicologiche, quella della mamma 38enne, accusata di aver segregato i figlioletti. Dopo l’arresto e la condanna per l’omicidio del compagno nel 1992, uscita dal carcere nel 2002, ha continuato a vivere in una città del nord Italia. Poi il trasferimento in Sardegna, forse per allontanarsi dall’attuale compagno (il padre dei due bambini) o per avvicinarsi alla figlia avuta dall’uomo che ha assassinato nel 1992, una ragazza ora 19enne, che vive proprio nel cagliaritano.
Un soggiorno finito male, quello a Capoterra: i Carabinieri, allertati dal Tribunale dei Minori di Cagliari, nel corso di diversi appostamenti, hanno notato le continue assenze della madre che lavorava in una chat erotica per guadagnare i soldi necessari per mantenersi. Nella casa, rinchiusi a chiave in una stanza buia e piena di escrementi, restavano soli i due figlioletti che sono stati ritrovati in condizioni precarie. Dopo essere stati lavati e rifocillati dalle assistenti sociali e dalle vigilesse di Capoterra, sono stati affidati a una comunità protetta. Per loro due uova di Pasqua, dono del comandante provinciale dell’Arma.
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