Parigi, 13 lug. (Apcom) – Il consiglio dei Ministri del governo francese ha approvato il testo del progetto di legge sulla riforma delle pensioni, considerata l’iniziativa legislativa più importante del secondo mandato di Nicolas Sarkozy: l’età minima passa da 60 a 62 anni. Questa riforma – accolta da forti proteste sociali – ha un risvolto politico tutto particolare. Dovrebbe essere il momento del trionfo del ministro del Lavoro, Eric Woerth. Ma il fedelissimo di Sarkozy, coinvolto nelle rivelazioni senza fine dello scandalo Bettancourt, offuscato dalle accuse di finanziamento illecito, stamane ha accolto il “consiglio” datogli ieri sera dal presidente in tv, e ha annunciato che sta per lasciare la carica di tesoriere del partito Ump.
Da un lato quindi la riforma sarkoziana prosegue, e proprio il presidente ieri ne aveva ribadito l’importanza. Dall’altro, Sarkozy ha in pratica ordinato al ministro di lasciare un pezzo importante dei suoi incarichi. Woerth è coinvolto in uno scandalo relativo a dei presunti finanziamenti illegali dell’Ump: nel 2007, in qualità di tesoriere del partito, avrebbe ricevuto 150mila euro da Liliane Bettencourt, ereditiera dell’Oreal e considerata la donna più ricca di Francia. “Accuse “infamanti”, solo calunnie, ha detto ieri il presidente difendendolo. Quei soldi sarebbero serviti per finanziare la campagna presidenziale di Sarkozy nel 2007, e in cambio Woerth, ministro delle Finanze all’epoca, avrebbe chiuso un occhio sull’evasione fiscale della signora.
“Eric Woerth è al di sopra di ogni sospetto”, ha detto ieri Sarkozy, invocando il rapporto dell’Ispettorato generale delle Finanze che due giorni fa ha scagionato Woerth da qualsiasi implicazione nella vicenda dell’ereditiera dell’Oreal. Ma il problema di fronte all’opinione pubblica francese è se anche il presidente sia al di sopra di ogni sospetto.
Quanto alle pensioni, quella di oggi è solo la prima tappa del lungo iter che attende il provvedimento, al quale i sindacati hanno promesso battaglia: già oggi si svolgeranno manifestazioni di protesta in diverse città francesi, in attesa dello sciopero generale indetto per il 7 settembre, giorno successivo al previsto inizio dei dibattiti parlamentari.
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