SARONNO Il figlio “bigia” sistematicamente la scuola e la madre finisce alla sbarra per non aver rispettato l’obbligo scolastico imposto dalla legge. È l’insolita vicenda di cui si è occupato il giudice di pace saronnese, Erminio Venuto, che si è trovato a seguire il caso di una mamma di 40 anni, residente in centro, denunciata a causa delle continue assenze del figlio di 15 anni che, emulo del celebre Lucignolo di Collodi, non ne voleva sapere di andare a scuola.
Il ragazzo, di cui non sono state rese note le generalità per tutelarne la privacy, ha svolto regolarmente i propri studi fino al diploma di quinta elementare ma approdato alle medie non ne ha più voluto sapere di libri e quaderni, compiti in classe e lezioni da studiare. A nulla sono valse le raccomandazioni della madre: lusinghe, promesse di ricompense e persino punizioni non hanno sortito nessun effetto, il suo banco in un istituto scolastico del centro storico restava sistematicamente vuoto.
La madre, preoccupata per la decisione del giovane, era persino ricorsa al comando di polizia locale: gli agenti, avvisati anche dalla direzione scolastica delle frequenti assenze dell’alunno, avevano parlato con il ragazzo nella speranza di riportarlo a più miti consigli ma nemmeno l’impegno dei vigili aveva sortito effetto. Ogni mattina, anche se accompagnato a scuola, il minorenne non entrava in aula marinando sistematicamente le lezioni.
Contrariamente alla favola di Collodi, in cui ad essere punito è il ragazzo che dopo qualche settimana nel paese dei balocchi si trasforma in asino, questa volta la “punizione” sarebbe toccata alla madre, che a causa delle assenze del figlio si è trovata sulle spalle una denuncia penale. Un’autentica doccia fredda per la donna che è dovuta comparire in aula per rispondere il mancato rispetto dell’obbligo scolastico del figlio.
Una vicenda delicata di cui si è occupato il giudice Venuto che nel palazzo di giustizia di via Varese ha ascoltato le testimonianze della madre e degli agenti della polizia locale. Il pubblico ministero Lucia Vincente ha chiesto la condanna della madre al pagamento di una sanzione di 200 euro, che ne avrebbe intaccato la fedina penale, mentre l’avvocato difensore Andrea Febbraro ha chiesto la sua assoluzione. Nelle sue conclusioni, infatti, il legale ha riepilogato tutti i tentativi della donna per spingere il figlio a frequentare la scuola e soprattutto ha sottolineato l’avversione del ragazzo per l’istituzione scolastica che lo spingeva a non presentarsi nonostante le insistenze del genitore.
Il giudice ha sposato la tesi della difesa assolvendo la mamma «perché il fatto non sussiste». Una sentenza che ha permesso alla saronnese di tirare un sospiro di sollievo visto che da oltre quattro anni viva con la spada di Damocle di una possibile condanna penale. Vicenda conclusa anche per il ragazzo che, pur non avendo mai frequentato la scuola media è passato direttamente al mondo del lavoro.
f.tonghini
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