SARONNO «Un’operazione di pulizia oltre che di polizia, che ha liberato il centro storico dallo spaccio». Raffaella Zappatini, il sostituto procuratore di Busto Arsizio che ha coordinato le indagini che hanno portato all’arresto di 10 “cavallini” usa parole precise per descrivere l’operazione conclusa ieri all’alba dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Saronno: 13 le ordinanze di custodia cautelare a carico di pusher nordafricani di cui 7 eseguite con arresto, 3 notificate a persone già detenute in carcere e 3 rimaste in sospeso.
«I tre destinatari – ha detto il procuratore di Busto Francesco Dettori – quasi certamente hanno lasciato il suolo italiano per rifugiarsi in patria». Il blitz colpisce un anello importantissimo del commercio di stupefacenti: la vendita al dettaglio, quella, cioè, che porta la droga sulla strada, nei centri storici degradando il tessuto urbano e sociale. Un colpo mortale perché taglia di netto gli incassi di un giro facente capo a Marwen Chamki, detto Mimmo, al vertice di una squadra di pusher di età compresa tra i 18 e i 37 anni composta da 10 tunisini, 2 marocchini e un egiziano. «Un giro di spaccio importante – ha sottolineato il capitano Giuseppe Regina, comandante della compagnia carabinieri di Saronno – Si vendeva soprattutto cocaina, più raramente hashish e eroina, a circa 50 euro a dose. Abbiamo individuato circa un centinaio di clienti tra cui anche due sedicenni. Il volume di affari si attestava su circa un migliaio di dosi vendute in un mese». L’indagine parte il 15 aprile scorso quando Mimmo viene arrestato a Saronno in flagranza di reato mentre vende una dose di coca. Nell’occasione viene sequestrato il cellulare che poi si rivelerà essere la centrale di smistamento del market della coca. «Dai tabulati – ha spiegato Regina – risultavano in 11 giorni 773 chiamate a questo numero». Clienti che facevano ordinazioni che poi Mimmo smistava agli altri “cavallini” che si spartivano in settori il centro di Saronno: dalla stazione ferroviaria, sino all’Isotta Fraschini o all’ex caserma dei vigili del fuoco (nella zona ci sono anche parecchi istituti scolastici) e, new entry, il piazzale antistante all’ospedale. Il commercio si apriva al calar del sole. Con Mimmo i carabinieri fermano anche il compratore che parla e fornisce indicazioni utili. L’11 maggio e il 5 luglio scattano altri due fermi e vengono individuati altri acquirenti, scattano i pedinamenti, si incrociano i tabulati telefonici e la rete prende forma. Nelle maglie della giustizia finisce anche un tunisino dagli occhi verdi, particolare tratto somatico indicato da un cliente, insolito in un nordafricano. Che, coinvolto in una rissa a Saronno qualche mese fa, viene tradito dallo sguardo smeraldino sulle cui tracce i militari del norm di Saronno erano già da settimane. «Un lavoro certosino – ha detto il maggiore Loris Baldassarre, comandante del reparto operativo del comando provinciale varesino dell’Arma – Che ha visto i militari lavorare sul campo con tecniche tradizionali seguendo passo a passo gli spacciatori». Sino a scovare tutti i pusher padroni del centro storico di cui 11 clandestini e senza fissa dimora, quindi difficilissimi da trovare.
Simona Carnaghi
f.tonghini
© riproduzione riservata