SARONNO I resti di una bandiera bruciacchiata e il muro annerito: sono le uniche tracce del raid vandalico realizzato contro la sede cittadina della Lega Nord in via Castellaccio. Nella notte tra martedì 11 e mercoledì 12 gennaio qualcuno si è arrampicato sul muro, utilizzando come appoggio la grata del piano terra ed ha dato fuoco alla bandiera con il logo leghista stesa sotto una finestra chiusa.
Una fiammata ha subito consumato il vessillo in nylon: fortunatamente il fuoco si è subito estinto, lambendo appena i cavi elettrici e del telefono che corrono sulla facciata e la pesante persiana di legno. A dare l’allarme alle prime ore del mattino una saronnese residente a poche decine di metri: «Già in passato – spiega il capogruppo Angelo Veronesi – ci aveva avvisato di raid contro le bandiere esposte». I resti bruciacchiati hanno attirato l’attenzione anche dei passanti e in poche ore la notizia si è diffusa correndo tra i banchi del mercato.
Dura la presa di posizione del segretario cittadino Alessandro Fagioli: «Siamo sotto attacco dallo scorso 25 aprile quando sono arrivate persino delle minacce di morte al nostro capogruppo». Il riferimento va a quanto accaduto dopo la manifestazione ufficiale quando la sede di via Castellaccio fu trovata ricoperta di adesivi anarchici e con le bandiere strappate. Episodi che si sono ripetuti anche negli ultimi mesi altre 5 tanto che in un’occasione un simpatizzante ha intravisto due ragazzi che rubavano i vessilli stesi sulla facciata ed è
riuscito a farseli riconsegnare. «Non siamo intimoriti dai continui atti di vandalismo di chiara matrice politica – dice il segretario Fagioli – ci sentiamo ancora più galvanizzati nel proseguire nella nostra azione di proposta federalista e di denuncia dei malesseri della città». E rincara: «Diamo fastidio perché siamo gli unici a denunciare il vero pericolo dell’immigrazione di massa. Siamo contro il falso buonismo e vogliamo difendere i posti di lavoro dei lombardi. Diamo fastidio a coloro che pensano di festeggiare il 150esimo dell’Italia senza aver ancora ben chiaro che senza federalismo non vi è equità e quindi non c’è unità». Solo un paio di mesi fa era stato lanciato un pesante sasso contro la vetrina della sede del Pdl situata a poche centinaia di metri da quella leghista. L’episodio ha creato molto allarme non solo a livello saronnese anche alla luce di quanto accaduto lo scorso 28 dicembre quando furono lanciati due petardi contro la sede del Carroccio a Gemonio.
Solidarietà alla sezione saronnese è arrivata da Luca Zaia presidente della Regione Veneto: «Mi auguro – aggiunge Zaia dopo aver definito l’incendio della bandiera come «un esecrabile atto di intimidazione» – che non si voglia ridurre anche questo fatto al rango di ragazzata. Si tratta segnali d’intolleranza politica che non vanno sottovalutati». Sulla vicenda sono già in corso le indagini dei carabinieri della compagnia di Saronno che hanno effettuato un sopralluogo nelle prime ore del mattino.
f.tonghini
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