Saronno, fuori baby rapinatori Ma in casa erano figli modello

SARONNO Spregiudicati rapinatori davanti alle loro vittime ma figli modello a casa tanto da tenere la pistola nel parco Lura per evitare di essere scoperti da mamma e papà.

Trapelano nuovi particolari sulla doppia vita dei tre studenti saronnesi, un marocchino di 15 anni, un russo di 16 e un ucraino di 17, fermati dai carabinieri di Saronno dopo aver messo a segno, in poco più di 60 giorni, sei rapine e tre furti. Nel primo colpo, ai danni di una villetta di via Frua, hanno trafugato la Mitsubishi Pajero che era diventata la loro base. Nella vettura, sempre tenuta posteggiata a poche decine di metri dall’abitazione di uno dei tre complici, i ragazzi tenevano i passamontagna che indossavano nelle rapine.

Per essere certi che l’auto non fosse riconosciuta come rubata avevano sostituito la targa con una che avevano trafugato dalla station wagon di un bustocco lasciata in sosta a Turate. Con la stessa procedura, e una targa rubata a Solaro, avevano cercato di nascondere anche la Bmw coupé di cui si erano impossessati il 29 settembre minacciando, puntandogli la pistola in fronte, un tabaccaio che alle 6 del mattino stava scendendo dall’auto per andare al lavoro. Se con le auto, che guidavano anche se erano senza patente, avevano risolto il problema degli spostamenti, restava quello di dove tenere la pistola.

Anche in questo caso i ragazzi avevano trovato la soluzione all’interno del quartiere della Cassina Ferrara e del Prealpi dove abitano e dove hanno messo in atto tutti i propri colpi. L’arma, un calibro 6.35, veniva nascosta all’ingresso del parco Lura in un sacchetto di carta di color rosso che veniva coperto con un cumolo di foglie. I militari l’hanno ritrovata concentrando le ricerche nell’area verde. Ad indirizzarli il fatto che al termine di diversi colpi, i rapinatori erano stati visti scappare proprio in direzione del parco. Inoltre dopo il primo colpo, quello del 23 settembre ai danni della sala giochi di via Colombo, erano stati esplosi dei colpi d’arma da fuoco proprio all’inizio del bosco, probabilmente per festeggiare la loro prima rapina.

Proprio la pistola è uno dei fronti su cui i carabinieri stanno ancora indagando: quella sequestrata al parco, con un colpo in canna (altri 4 proiettili sono stati trovati a casa di uno dei ragazzi) non è mai stata registrata. È una Alali, marca dell’est Europa, che deve essere entrata clandestinamente in Italia.

Sara Giudici

e.marletta

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