SARONNO «Effettivamente i partecipanti sono stati pochi ma direi che siamo comunque riusciti a lanciare il nostro messaggio». È il bilancio degli organizzatori della manifestazione “Riforma in corso” a cui hanno partecipato poco meno di una trentina di ragazzi. Alla partenza, ieri alle 9 in piazza Santuario, c’erano, in proporzione, più tutori dell’ordine, carabinieri, polizia di stato e polizia locale che manifestanti.
Eppure i ragazzi erano ben organizzati. «Ci ha penalizzato sicuramente la manifestazione improvvisata di mercoledì che ha avuto una grande partecipazione ma anche la concomitanza con altri eventi». Nonostante l’esiguo numero di partecipanti i ragazzi saronnesi non si sono dati per vinti: con un mini corteo hanno raggiunto il cortile della biblioteca dove, dopo aver appeso lo striscione e i cartelloni, hanno dato il via ad un sit in. A turno le diverse anime della scuola,
un’insegnante delle elementari (il consigliere provinciale Rita Romano ndr), un genitore, studenti delle superiori e dell’università, hanno discusso della riforma e delle difficoltà che si riscontrano: «Qualche settimana fa ci siamo trovati in una ventina di ragazzi, provenienti da esperienze diverse, politiche o nell’associazionismo, ma con la stessa voglia di far qualcosa contro la riforma è nato così il gruppo “Movimento in corso”».
La scarsa partecipazione di ieri mattina non ha scoraggiato gli organizzatori che hanno intenzione di continuare la propria attività: «Non si tratta solo di problemi scolastici: questa riforma rischia di scavare un fossato tra chi può permettersi di pagare per la propria istruzione e chi non può. Per questo siamo determinati ad andare avanti». All’interno del gruppo “Movimento in corso” c’è anche il consigliere comunale Francesca Ventura (Pd) delegata dal sindaco Luciano Porro agli spazi giovanili. Nella notte tra venerdì e sabato sul web è comparso un comunicato del collettivo Anopticon sul corteo, non preavvisato, di mercoledì 3 ottobre, con cui 300 studenti, partiti delle diverse scuole superiori cittadine, hanno attraversato la città per denunciare i problemi della società.
«La nostra volontà è quella di continuare a far sentire le nostre voci, ma anche di dimostrare che non siamo “fannulloni che non hanno voglia di studiare”, per questo, oltre a manifestazioni e cortei, riteniamo importante organizzare eventi socio-culturali». Inoltre i membri del collettivo bollano come «intimidazione» la decisione delle forze dell’ordine di identificare i partecipanti all’iniziativa, organizzata senza il necessario preavviso alla Questura.
f.tonghini
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