SARONNO – “Moxa” letteralmente “erba che brucia”. E’ questo il nome della cura cinese che l’ospedale di Saronno propone alle partorienti che portano in grembo un bimbo in posizione podalica. L’idea di coniugare la medicina tradizionale con le cure dell’antica sapienza cinese è venuta alla dottoressa Anna Maria Molinari, primario di ginecologia presso l’ospedale di Saronno. La sperimentazione è partita nello scorso mese di maggio e per ora sono state trattate circa dieci pazienti di cui cinque hanno portato a termine la terapia con successo come ha spiegato la dottoressa che ha aggiunto: “ per ora è ancora un po’ presto per cominciare a tirare le somme.”
L’equipe tutta al femminile della dottoressa Molinari si è posta come obiettivo generale quello di ridurre i parti cesarei che a Saronno sono comunque solo il 22%, molti meno rispetto al resto della regione e della media nazionale.
La pratica si basa sull’ utilizzo di un particolare bastoncino in artemisia che una volta surriscaldato, emana una forte quantità di calore. Il primo trattamento si svolge in ospedale mentre quelli successivi a casa propria: i bastoncini vanno applicati sull’angolo esterno dell’unghia del mignolo di entrambi i piedi; la tecnica non provoca dolore e va eseguita al massimo per quindici giorni sempre sotto controllo medico. L’impegno dell’ospedale saronnese in favore delle gestante e dei neonati è sempre più forte: a partire dalla fine dell’anno le mamme che lo desiderano potranno partorire in acqua. La dimensione perfetta per tutte quelle donne che vogliono dare alla luce i figli in un ambiente più rilassato ma che garantisce sempre una costante sorveglianza medica professionale.
e.besoli
© riproduzione riservata