Saronno, ultimatum all’università dell’Insubria

SARONNO «Sinceramente sono molto, molto deluso: mi attendevo progetti, un calendario con scadenze e appuntamenti ed invece mi sono ritrovato solo con la richiesta di un contributo e nessuna iniziativa per aprire l’ateneo alla città». Non usa mezze parole il sindaco Luciano Porro (nella foto) per esprimere il proprio rammarico all’indomani dell’incontro con i vertici dell’università Insubria, il rettore Renzo Dionigi e il coordinatore saronnese Alberto Passi. Dal settembre 2003 Saronno ospita, nell’ex seminario, una delle tre sedi universitarie,

la facoltà di scienze motorie, dove al momento sono iscritti circa 300 studenti. «L’incontro si è tenuto martedì mattina in Municipio – continua il primo cittadino – Io e l’assessore alla formazione Cecilia Cavaterra ci aspettavamo di vedere qualcosa di concreto ed invece è tutto fermo esattamente allo stesso punto di 7 mesi fa». Appena è stato eletto sindaco, infatti, Porro ha subito incontrato il rettore Dionigi: «L’università è un costo per Saronno: l’Insubria occupa, in cambio di un affitto di 12 mila euro, oltre 2.500 metri quadrati utilizzando a titolo gratuito tutte le strutture sportive della città. Come primo cittadino ho ritenuto essenziale chiedere all’ateneo qualcosa di più per Saronno, più interazione con le associazioni e i saronnesi ma anche un percorso di studi completo per i loro 270 studenti».

Dopo alcuni rinvii però al tanto atteso incontro il sindaco ha dovuto fare i conti con una richiesta ben diversa: «Nessun progetto, nessun intervento concreto ma solo un secco no sulla possibilità di istituire la laurea specialistica. E’ anche arrivata la richiesta di un contributo economico che le altre città (Como, Varese e Busto Arsizio) già verserebbero».

Il sindaco non vuole nascondere la propria amarezza: «Innanzitutto il bilancio comunale non può permettersi di erogare un contributo per l’università soprattutto quando gli studenti saronnesi lamentano la mancanza della specialistica e mancano completamente le ricadute sulla città. Si potrebbe organizzare una collaborazione con l’ambulatorio di medicina sportiva del Padre Monti, interazioni con le tantissime associazioni sportive saronnesi ed anche percorsi formativi con le scuole, dalle elementari alla superiori, ed invece regna l’immobilismo». Proprio per questo l’amministrazione ha deciso di aprire un tavolo di lavoro con l’Insubria per definire una nuova convenzione: «L’uso degli spazi sportivi va regolato e speriamo che le proposte e le idee per rilanciare l’università, in primis corsi di ricerca e master, arrivino presto». In caso contrario l’amministrazione potrebbe cercare alternative per valorizzare gli spazi dell’ex seminario: «Tenere fermi i locali che non usano è un lusso che non ci possiamo permettere».

f.tonghini

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