Gallarate – Gorla Maggiore Un finto malore per un’overdose o una crisi d’astinenza. Una sassaiola, vera, un inseguimento con i cattivi armati di bastoni e la polizia a rincorrerli per quasi tre chilometri in mezzo ai boschi. Alla fine di tutto questo Mimmo, tale Yunes Ben Chaonki Mosouri, tunisino di 31 anni, irregolare e spacciatore conclamato, è finito in manette per duplice ragione: spacciava nei boschi a Gorla Maggiore, ma era già “titolare” di un’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal pm di Busto Roberta Col angelo e concessa dal gip Chiara Venturi nell’aprile
scorso, sempre per episodi di spaccio avvenuti a Busto, nel caso specifico, in piazze e vicino a locali molto frequentati.
Il blitz, condotto dalla squadra investigativa della polizia di Gallarate, è stato messo a segno intorno alle 16 dell’altro ieri. Gli agenti avevano "ascoltato" alcuni tossicodipendenti che bazzicavano la stazione di Gallarate. Per tutti nella zona boschiva località “macchina bruciata”, un nuovo gruppo di spacciatori si era costituito vendendo cocaina ed eroina a tutti coloro che si presentavano previo appuntamento via cellulare. E la polizia si è presentata in borghese. Gli agenti, 4 in tutto, si sono finti tossicodipendenti. All’ingresso dell’area boschiva hanno trovato un "palo" italiano: una donna che ha chiesto loro le credenziali. Uno degli agenti ha finto un malore per ingannare i pusher: di botto si è buttato a terra simulando una crisi d’astinenza. La ragazza ha comunicato ai pusher che «c’è uno in crisi d’astinenza». Ma il gruppo di spacciatori, tutti nordafricani, non si è fidato: davanti ai quattro poliziotti ha chiesto loro di alzare le magliette per verificare se ci fossero armi. Dopodiché gli spacciatori hanno iniziato a lanciare sassi contro la polizia. I quattro pusher si sono dati alla fuga dopo aver minacciato gli agenti con dei bastoni: tre sono scappati, uno è stato preso. Addosso non aveva droga, ma su di lui pendeva già un’ordinanza di custodia.
f.artina
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