BREBBIA – La clamorosa notizia dell’arresto di, accusato dell’omicidio di, ha fatto subito e inevitabilmente il giro del paese ieri mattina; stupore è il sentimento prevalente tra i brebbiesi nel commentare l’avvenimenti del giorno nei bar, in piazza o per strada.
Binda pur essendo di carattere schivo, è piuttosto conosciuto a Brebbia, essendo un frequentatore dei bar del paese, oltre che partecipare volentieri anche alle manifestazioni organizzate dal Comune o dalle associazioni.
Una famiglia storica di Brebbia insomma, ben inserita in paese e apprezzata; Binda vive nel rione Brughera, in via Cadorna 5, con la madre pensionata e la sorella, che lavora a Besozzo in un’agenzia assicurativa. Una normale casa a due piani, con il garage e il giardino, circondata da prati e altre abitazioni, in questa piccola via che è una traversa della provinciale.
«È un tipo tranquillo – sottolinea , titolare del bar “Da Amedeo”, frequentato spesso da Binda – non posso che parlare in maniera positiva di lui; non ha fatto mai torto a nessuno e frequenta praticamente tutti i bar di Brebbia; nel mio locale, beveva la sua birra, leggeva il giornale e faceva due chiacchiere, senza mai dare problemi di nessun genere; non posso credere che abbia commesso quanto gli viene contestato».
Il gestore del bar conosce da anni Stefano Binda,
il quale non ha mai accennato però al delitto Macchi. «Ci eravamo persi di vista quando sono andato a lavorare ad Angera, ma ci siamo trovati subito quando sono tornato a Brebbia – racconta Petullo – Con lui parlavo volentieri di diversi argomenti, cultura, musica e sport soprattutto; una persona educata e gentile, mi dava ancora del lei, benché ci conoscessimo da anni».
Sorpreso dall’arresto anche il sindaco di Brebbia . «Non lo conosco bene, ma ho avuto occasione di parlarci alcune volte – racconta il primo cittadino – Con lui ho fatto diverse chiacchierate su diversi argomenti; a livello sociale partecipava agli eventi del paese come la festa del fagiolo; da un paio d’anni dava una mano come volontario al festival Magre Sponde».
Una persona di cultura, laureato in filosofia; un po’ di anni fa, a causa di una malattia, aveva avuto un problema alla mano e al braccio, di cui ancora porta i segni. «È una notizia incredibile – commenta un cittadino in piazza – un tipo così educato, tranquillo e di cultura; è davvero difficile credere che possa aver fatto quello di cui è accusato».
A conoscere bene Stefano Binda è anche il vicesindaco . «Lo vedo spesso in giro per il paese – racconta – È un tipo defilato e un po’ schivo, ma sempre gentile ed educato; nonostante ci conoscessimo da anni, mi dava ancora del lei, negli anni ’70 frequentava il gruppo di Comunione e Liberazione che all’epoca era molto numeroso qui a Brebbia. Spero che la sua posizione si possa chiarire, in paese non si parla d’altro».