Roma, 8 dic. (TMNews) – I ghiacciai eterni delle più grandi
catene montuose del mondo, Alpi, Himalaya, Ande, hanno perso in
pochissimi anni il 50% della loro estensione. “Un fenomeno che
non si può attribuire alle modificazioni del ciclo solare, dato
che queste avvengono nell’arco di millenni, mentre queste
trasformazioni, provocate dall’uomo e dall’uso dei combustibili
fossili, si sono verificate nel giro di 20-30 anni”. A
sottolineare i rischi del fenomeno è Marcelo Sànchez Sorondo,
Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, i cui
membri hanno condotto uno studio sugli effetti sul Pianeta del
“clima antropico”, prodotto dall’attività dell’uomo.
“Le conseguenze sono inimmaginabili – spiega Sànchez Sorondo in un’intervista che appare in “Mangimi & Alimenti”, la rivista di Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) -. Basti pensare che l’Himalaya è all’origine di tutti i fiumi dell’Asia. Se i ghiacciai vengono ridotti per l’effetto del riscaldamento globale, i fiumi si prosciugano, anche la qualità dell’acqua peggiora e il suo utilizzo viene meno, perché cresce la salinità dovuta alla prevalenza di acqua marina nei bacini fluviali”.
Noe
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