Sciopero e mobilitazioni: i lavoratori di Beko protestano contro la chiusura di Cassinetta

Manifestazioni, incontri istituzionali e scioperi per salvare i posti di lavoro nello stabilimento Beko di Cassinetta, minacciato dalla chiusura delle linee produttive di refrigerazione e lavaggio.

I sindacati dei metalmeccanici Fiom, Fim e Uilm hanno indetto uno sciopero nazionale di 4 ore, annunciato dopo il confronto con la dirigenza aziendale al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). Questa mattina, i lavoratori dello stabilimento Beko di Cassinetta di Biandronno (Varese) hanno bloccato l’ingresso centrale della fabbrica per protestare contro la chiusura imminente di tre siti produttivi, inclusa la sede varesina, che attualmente produce elettrodomestici per la refrigerazione e il lavaggio. Rimarrebbe attivo solo il settore dei prodotti da incasso, considerato l’unico redditizio dalla multinazionale turca.

Al presidio erano presenti i segretari provinciali Nino Cartosio (Fiom Cgil), Gennaro Aloisio (Fim Cisl dei Laghi) e Fabio Dell’Angelo (Uilm Uil), insieme ai rappresentanti sindacali interni Tiziano Franceschetti (Fim Cisl dei Laghi), Chiara Cola (Uilm Uil) e Luciano Frontera (Fiom Cgil). In attesa del prossimo incontro con i vertici aziendali, previsto il 20 novembre, la rsu di Cassinetta ha organizzato ulteriori iniziative di protesta, tra cui il blocco degli straordinari e vari presidi presso la fabbrica. Mercoledì 13 novembre alle ore 17, i lavoratori incontreranno una delegazione di consiglieri della provincia di Varese, e il 15 novembre parteciperanno al consiglio comunale di Varese.

Lo slogan della mobilitazione è chiaro: “Tutti uniti per Cassinetta”.

Nel frattempo a Fabriano

Altissima, secondo la Fiom, l’adesione dei lavoratori di Beko Europe dello stabilimento di Melano e della sede direzionale di Fabriano (Ancona), allo sciopero di 4 ore per turno indetto per oggi dai sindacati a seguito dell’ultimo incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Intanto, è arrivata la nuova convocazione del tavolo ministeriale al Mimit: il 20 novembre prossimo alle 15:30.

“Fabbrica pressoché ferma a Melano con adesione altissima delle linee produttive. L’azienda deve dire chiaramente che le produzioni, le funzioni ed i livelli occupazionali saranno garantiti sul territorio. E dopo questa grande mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, l’azienda presenti il piano industriale nei perimetri del golden power promessa dal governo”, le dichiarazioni di Pierpaolo Pullini, componente della segreteria provinciale della Fiom, nonché responsabile per il distretto economico produttivo di Fabriano. “Nel corso dell’ultimo confronto al Mimit ci aspettavamo qualche indicazione in più da parte dell’azienda, che ci ha semplicemente illustrato la situazione generale del mercato del bianco in Europa, insistendo sulla concorrenzialità cinese, ma tutte cose che sapevamo già”, prosegue Pullini. Dichiarazioni contestate dai sindacati, in particolare dalla Fiom tanto da proclamare lo sciopero di 4 ore da articolare separatamente per ciascun territorio. Oggi, si è svolto a Fabriano.

“L’azienda ha prospettato chiusure annunciate di fatto negli scorsi mesi, a causa della riduzione del 50% dei volumi produttivi per la concorrenza con il mercato asiatico, di perdite consistenti di utili anche nel 2024 e dell’utilizzo di meno del 40% della capacità installata degli stabilimenti italiani”, conclude Pullini, ribadendo che nel vertice del 20 novembre, “l’azienda deve presentare il piano industriale”.