Scontro al processo Meredith. Il Pm: Metz uccisa da più mani


Perugia, 5 apr. (Apcom)
– Il caso Meredith sembra cambiare totalmente scenario. Se venerdì pomeriggio con la testimonianza del medico legale Luca Lalli sia la violenza sessuale sia quella di gruppo, che avrebbe portato alla morte di Meredith Kercher, sono state messe in discussione, ieri un altro medico legale la dottoressa Vincenza Riviero con la sua perizia ha affermato l’esatto contrario. Per il perito del Pm Mignini Meredith è stata uccisa con un’azione di gruppo, con brutalità, ed è stata anche violentata. Due periti, entrambi della Procura, con due verdetti molti differenti tra loro. Ma la dottoressa Riviero ha aggiunto in aula qualcosa di più: stando alle ferite al collo di Meredith c’è una compatibilità con la forma del coltello sequestrato nella casa di Sollecito.

Ma ieri c’è stata anche l’udienza di Rudy Guede, il ragazzo ivoriano già condannato a 30 anni per l’omicidio di Metz in procedimento abbreviato davanti al gip Paolo Micheli. Rudy si è limitato soltanto a dire ‘buongiorno’ e ‘arrivederci’, poi sul tavolo dei testimoni ha recitato la formuletta classica: ovvero “mi avvalgo della facoltà di non rispondere in quanto indagato”. Pochi minuti dopo Guede si trovava già sul cellulare che lo riportava nel carcere laziale dove è detenuto.

In una lettera ai propri legali spiega poi i motivi della sua decisione: Questo è un processo che non riguarda quello in cui credo. Mi sembra – scrive – di avere detto in maniera chiara cosa fosse accaduto e cosa ho visto e sentito e qual’è stato il mio comportamento di cui non mi do pace, non ho agito nella maniere giusta e energica per impedire la morte di una ragazza splendida, non mi hanno creduto nonostante io abbia subito il trauma di vedermela morire tra le braccia”. La prossima udienza si terrà il 18 aprile.

Bnc/Apa

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