Una banca d’affari milanese è finita in amministrazione giudiziaria dopo una vasta operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Milano. L’istituto è stato accusato di aver facilitato l’ottenimento di finanziamenti garantiti dallo Stato per conto di società vicine alla “locale” della ‘ndrangheta operante nelle zone di Legnano e Lonate Pozzolo. Queste società, apparentemente legali, erano in realtà profondamente inserite all’interno di attività criminali riconducibili all’organizzazione mafiosa.
Le indagini, partite dalla scoperta di collegamenti sospetti tra alcune società beneficiarie di ingenti finanziamenti e le dinamiche tipiche della ‘ndrangheta, hanno portato alla luce una rete ben strutturata di complicità tra il mondo della finanza e la criminalità organizzata. Grazie alla complicità di funzionari e professionisti interni alla banca d’affari, le società collegate alla ‘ndrangheta riuscivano a ottenere finanziamenti con garanzie statali, fondi che venivano successivamente utilizzati per alimentare attività illecite e operazioni di riciclaggio.
Alla luce delle prove raccolte, il Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria dell’istituto finanziario, applicando il Codice Antimafia, che consente il controllo delle imprese coinvolte in operazioni criminali. Questo strumento giuridico permette di preservare la continuità dell’attività bancaria, ma sotto la supervisione dello Stato, evitando così che i legami con la criminalità possano continuare a influenzare l’economia legale.