– Mattinata movimentata a Tradate: gli ospiti del Barbara Melzi sono scesi in piazza protestando per la situazione di stallo burocratico nel quale temono di essersi impantanati. Hanno richiesto a gran voce, muniti di cartelli, che si sbloccasse la procedura per l’ottenimento dello status di rifugiato politico. La vicenda ha suscitato mille polemiche in città: non ci sono stati momenti di tensione o scontri con le forze dell’ordine che si sono concentrate di fronte alla struttura, ma sul piano politico non sono mancate le scintille.
«Il Prefetto di Varese – dice Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord – non accetti nessun dialogo con quel centinaio di richiedenti asilo ospiti del centro di accoglienza della Croce Rossa di Tradate che martedì mattina hanno inscenato un’assurda protesta per i ritardi nell’esaminare le loro domande per ottenere lo status di rifugiato. È inaccettabile – ha aggiunto il deputato del Carroccio – che persone che stiamo ospitando, garantendo loro ogni comfort possibile, si rivoltino occupando una struttura pubblica e poi bloccando delle strade cittadine e la circolazione stradale,
costringendo i Carabinieri ad intervenire: queste persone non meritano nessuna accoglienza. Per cui il Prefetto non li riceva e non li ascolti: semplicemente questi clandestini vanno espulsi subito e rimandati da dove provengono. In Italia, e in Lombardia, ci sono delle regole e vanno rispettate, per cui facciamole rispettare una volta tanto e mandiamoli via immediatamente». Anche la politica locale non ha risparmiato critiche: «Una vicenda assurda e intollerabile – dice Franco Accordino del Movimento Prealpino – dalle prime ore della mattina di ieri hanno inscenato questa protesta che non è comprensibile». I profughi hanno occupato la struttura, gestita dalla Croce Rossa, nella quale sono ospiti da tempo.
Alcuni si sono piazzati all’interno, altri si sono sistemati davanti all’ingresso impedendo a terzi di entrare. Hanno esposto i loro cartelli, senza però creare problemi. Oltre ai carabinieri della Tenenza di Tradate c’era anche l’assessore Sergio Beghi:«Ho cercato di spiegare loro – sottolinea – che non era comunque questo il modo di ottenere le cose. Non ci sono stati comunque problemi. È stata una cosa durata una mezz’oretta senza alcuna forma di violenza. Quattro di loro sono stati accompagnati dal Prefetto, il quale ha garantito loro un appoggio. Questi ragazzi fanno fatica a parlare e capire l’italiano: la loro non è una situazione semplice. Mi sto interessando per capire come sveltire queste procedure: l’ideale sarebbe che i componenti delle commissioni venissero al campo e dare le valutazioni. Li capisco, sono esasperati. Fanno fatica a parlare la lingua, non possono fare attività: se ad esempio volessero lavorare dovrebbero uscire dal campo. Stanno facendo la scuola di italiano. Molti di questi vorrebbero andare via da qui: vogliono andare verso il centro Europa, in Belgio e Francia dove hanno i parenti».