Scoppio a Borsano, quattro anni dopo Una tragedia ancora senza un perché

Tre dicembre 2009. Un boato sveglia il quartiere di Borsano. Una palazzina crolla nel popoloso rione di Busto Arsizio e tra le macerie ci sono due corpi senza vita. Sono passati quasi quattro anni dalla fuga di gas che provocò la morte di, 30 anni, e dalla giovane , di soli 19 anni.

Ieri, in tribunale a Busto Arsizio, è iniziato il processo a carico dei quattro imputati. Si tratta dei due tecnici dell’Agesp chiamati la sera prima dello scoppio a causa di una forte puzza di gas, del loro responsabile e dell’idraulico che realizzò l’impianto all’interno della casa di Rosignoli. L’accusa è di omicidio colposo e disastro colposo.

Quella di ieri è stata una prima udienza tecnica. Il giudice ha accolto la lista dei testi, ma anche in quella che potrebbe essere un’udienza puramente formale è stata fatta una scelta che, secondo i legali della difesa, potrebbe avere forti conseguenze sul processo. L’avvocato aveva infatti prodotto una relazione riguardante le condizioni di salute di Andrea Rosignani. A quanto pare l’uomo avrebbe avuto problemi psicologici e il giorno prima dello scoppio si sarebbe recato per ben due volte all’ospedale di Busto Arsizio. Secondo quando ipotizzato dalla difesa la fuga di gas che ha portato allo scoppio della palazzina sarebbe partita proprio dalla casa di Rosignani.

L’esplosione, secondo il collegio difensivo, non sarebbe quindi imputabile ad una negligenza da parte degli imputati. Indagini difensive, però, che non entreranno a far parte del processo. Il giudice non ha accettato la richiesta del legale di includerle nella lista prove.

Nella prossima udienza, che si terrà il 14 novembre, il pm interrogherà gli uomini delle forze dell’ordine che hanno condotto le indagini.

Quella del 3 dicembre 2009 è una ferita ancora aperta nel cuore di Borsano. Gli abitanti di via San Pietro ricordano benissimo quel crollo e la sensazione, fortissima, che quelle due vite si potessero evitare. La sera prima dello scoppio, infatti, gli abitanti avevano chiamato i tecnici dell’Agesp per segnalare un forte odore di gas.

I due operai effettuarono il sopralluogo ed eseguirono dei controlli sulla rete esterna. Senza però entrare nella casa di Rosignani e senza trovare particolari anomalie. I due furono poi richiamati in sede dal loro superiore. La mattina dopo, alle 7.05, il boato e il crollo della palazzina. Ora spetterà al giudice valutare se tutto quello che doveva essere fatto, in quella terribile notte di quattro anni fa, fu fatto.

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