È arrivato, con l’immancabile etichetta rossa, «il vino per quelli di Varese».
Un’idea di, che nella vita si occupa principalmente di dati e di numeri, quindi di tutt’altro. Ma Franco ha sempre creduto che «non si può raggiungere il successo senza riscoprire le proprie radici». E così, un bel giorno, ha scelto di riprendere i passi del nonno Pietro che, nel 1896, a soli 19 anni, fondò ad Albizzate “Le Cantine Riunite Macchi”, un centro di raccolta delle uve di vigneti locali per la produzione di Barbera e Merlot.
Nonno Pietro è mancato nel 1964 lasciando un vuoto incolmabile nella società. Il suo sapere è stato ereditato dai figli che continuarono l’attività con il nome di “Cantine Macchi”, lavorando con i produttori dell’Oltrepo’ Pavese e del Monferrato.
La cantine da una parte, la vita di Franco dall’altra, fino al ritrovamento di antiche foto. Sono state quelle a scatenare in Franco la voglia di riallacciarsi alla storia del nonno e di mettersi a commercializzare vini.
«A un certo punto mi sono detto: voglio farmi socio di queste cantine per provare a costruire un futuro professionale diverso da quello che ho oggi. Mi è venuta voglia di coltivare la stessa passione per il vino del nonno, il rispetto delle tradizioni e l’attenzione per l’ambiente che aveva lui- spiega Macchi – Detto, fatto. La cosa divertente è che questa attività ha preso subito un respiro ampio, tanto da essermi sfuggita di mano. Oggi mi sta dando parecchie soddisfazioni».
«I vini commercializzati sono nove, tutti eccellenti, tra cui anche uno straordinario spumante Brut, considerato meglio dei classici Champagne che vengono prodotti nella vicina Borgogna francese – dice Franco – Per distribuirli ho privilegiato le strategie di marketing territoriale. Gli stessi vini dell’Oltrepo’, a seconda di dove sono proposti, vengono chiamati “Il vino per quelli di Varese” o “Il vino per quelli di Milano”. Esiste già una rete commerciale e le vendite sono iniziate sia nel Varesotto, che nel Milanese. Per l’estero, è stata pensata una linea di prodotti denominata Montenapoleone».
Ed è stato proprio con l’etichetta “Montenapoleone” che il mercato ha cominciato a rispondere bene, lasciando di stucco lo stesso Macchi che pensava di condurre solo un piccolo business locale.
«All’estero, con la linea Montenapoleone, stiamo lavorando in Svizzera e Belgio, Principato di Monaco e Costa Azzurra, Emirati Arabi a Dubai, Canada, Russia, Turchia, Giappone, Singapore, Sud Africa, Angola, Israele, Ibiza, Formentera, Forte Ventura. Prossimamente saremo anche in Cina».
E in Italia? «Lo spumante Montenapoleone è presente ormai negli hotel più titolati, nelle più importanti catene di hotel internazionali, lo utilizzano alcuni chef per accompagnare i loro piatti. È presente nei ristoranti più esclusivi a Capri, a Positano, in Sardegna, a Roma. Lo si trova a Saint Moritz a Crans Montana e a Gstaad» precisa l’imprenditore.
E a Varese? «Presto consolideremo la presenza anche qui. Penso che a luglio “il vino per quelli di Varese” sarà già disponibile in alcuni catering e ristoranti».
Il “lancio” del vino avverrà anche con una campagna pubblicitaria studiata per fare leva sulla tradizione, sull’appartenenza al territorio e sulla qualità del prodotto. «Tutto con l’idea di inseguire la qualità, portando indietro le lancette del tempo» conclude Macchi.
Nonno Pietro ne sarebbe orgoglioso.
Albizzate
© riproduzione riservata