Potenza, 3 ott. (Apcom) – Lo scudo fiscale riceverà oggi il via
libera dal Quirinale. Il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, ha deciso di promulgare la legge di conversione del
decreto correttivo al dl anticrisi che contiene appunto questa
misura. Il capo dello Stato, ieri a Potenza per la sua tre giorni dedicata al Mezzogiorno, ha voluto spiegare con una nota i motivi della sua scelta. Nel giorno stesso del licenziamento del decreto da parte della Camera, il Colle ha voluto subito illustrare la sua posizione per ribadire un atteggiamento di trasparenza e di chiarezza dopo le molte polemiche che hanno accompagnato questo provvedimento.
Nella mattinata di ieri, infatti, la seduta dell’aula della Camera che stava esaminando il testo è stata sospesa per le tante tensioni e per un duro scontro tra la maggioranza e l’Italia dei valori che ha accusato il Pdl e il premier Silvio Berlusconi di essere “mafiosi”. Già nel suo intervento a Matera, Napolitano aveva espresso, rievocando i tempi dello scontro politico che precedette la legge per il recupero dei Sassi, “nostalgia” per un confronto politico “civile” e rispettoso tra maggioranza e opposizione. Nel tardo pomeriggio, a Potenza, il Quirinale ha reso nota la lettera esplicativa con cui Napolitano, dopo aver esaminato “attentamente e seguendone l’intero percorso parlamentare” il dl correttivo, ha deciso di firmarlo.
Il presidente tocca punto per punto tutte le questioni che sono state al centro del dibattito alla Camera e che hanno suscitato l’ira dell’opposizione. Ma è indispensabile fare prima di tutto una premessa: Napolitano osserva che la disciplina dello scudo fiscale “avrebbe dovuto trovare collocazione più correttamente nel testo originario del decreto anticrisi”, testo che risale a quattro mesi fa. Inoltre il capo dello Stato fa notare come le scelte su queste misure “rientrano nella esclusiva responsabilità degli organi titolari dell’indirizzo politico di governo”.
Nel merito dello scudo fiscale, Napolitano sottolinea che “sono
state confermate le correzioni” che erano state chieste a suo
tempo, ad agosto, sul non inserimento dei processi in corso nelle realtà che possono beneficiare della misura dello scudo. È questo un punto fermo di giurisdizione che viene mantenuto e difatti, ribadisce la nota del Colle, “la legge prevede la punibilità di tutti i reati strumentali all’evasione fiscale per i quali sia già stata esercitata l’azione penale e stabilisce che le dichiarazioni di rimpatrio o di regolarizzazione sono utilizzabili a favore del contribuente nei procedimenti penali pendenti e futuri”.
Insomma, non si potrà sfuggire a un processo che è già iniziato. Quanto al riciclaggio “si è preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo in sede parlamentare e dall’Agenzia delle entrate”: la nuova legge “mantiene l’obbligo di segnalare le operazioni sospette di costituire il frutto di reati diversi da quelli per i quali si determina la causa di non punibilità”.
Infine, la paventata “amnistia” sventolata come cavallo di battaglia contro il Governo e contro questo provvedimento dall’opposizione e soprattutto dall’Italia dei valori. Secondo la valutazione del Quirinale non ci sarà nessuna amnistia e a sostegno di questo argomento il Colle cita diverse pronunce della Corte costituzionale, l’ultima delle quali risale al 9 aprile scorso. Napolitano firmerà la legge oggi quando, intorno all’ora di pranzo, farà rientro a Roma. Al di là delle motivazioni fornite tempestivamente il presidente, fedele al suo stile sobrio, ha valutato che non fosse il caso di farsi portare direttamente da Roma il testo della legge nella serata di ieri.
Vep/Sar
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