Istanbul, 3 ott. (Apcom) – Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, dopo i rilievi generali del Fmi sugli ‘scudi fiscali’ difende a spada tratta il provvedimento appena varato dal Governo, che punta a far rientrare e a tassare i capitali occultati all’estero e frutto di evasione. E, parlando alla conferenza stampa finale del G7 di Istanbul, tenuta congiuntamente alla delegazione canadese, sottolinea come la legislazione italiana su questo tema è tra le più dure e rigorose a livello internazionale.
“Per quanto riguarda il rimpatrio di capitali – ammette il ministro rispondendo a una domanda sui rfilievi del Fmi – certamente è una extrema ratio. Siamo un Paese strano, un paese dove nel meridione le banche non ci sono ma ci sono 21 banche italiane a Lugano. E questo forse è un elemento che dà l’idea di una qualche asimmetria nel sistema. In ogni caso – puntualizza – io sto studiando tutte le legislazioni di tutti gli altri Paesi: il grado di copertura penale offerto dagli altri Paesi (per chi fa rientrare capitali occultati, ndr) è enormemente superiore, a volte in modo ipocrita, ma è superiore a quello italiano. Perchè quando leggi la formula ‘no prosecution’, vuol dire tax amnesty (amnistia fiscale, ndr) mentre il nostro sistema è più serio”.
Sistema più serio, sostiene Tremonti, e anche più oneroso per gli evasori. “Il costo – sintetizza – è più elevato che in molti altri Paesi. Troppa confusione si fa in percentuale sul capitale e sugli interessi. E sugli interessi la nostra aliquota di prelievo è il 50% tra interessi imposte e sanzioni, che non ci sembra piccola. E’ certo che è una misura una tantum, ma stiamo verificando che viene fatta in molti Paesi e progressivamente”.
Ma si combatte così l’evasione fiscale? Tremonti fornisce uno schema articolato. “Noi – afferma – stiamo verificando il modello Ocse e crediamo che in un momento come questo il contrasto ai paradisi si faccia in due modi. Definendo una legislazione più efficace e più dura e noi abbiamo una norma credo tra le più rigorose nel mondo: tutti i capitali esteri si presumono illeciti se c’è un sospetto oggetto di evasione fiscale, salva la prova contraria. Abbiamo sanzioni tra le più alte. E il contrasto – aggiunge – si fa anche svuotando i paradisi fiscali: ci saranno meno capitali disonesti fuori e un uso più onesto dei capitali nel bilancio pubblico”.
BOL
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