– Sul Malpensa Express si incrociano storie di pendolari inquieti. E i destini di una città che ha fondato l’aeroporto e che ora rischia di diventarne non più “porta esterna” ma periferia.
ha 22 anni, studia ingegneria biomedica al Politecnico di Milano ed è un tipico ragazzo di oggi che «fa tante cose», dallo speaker radiofonico al dirigente pallavolistico: «Per gestirle al meglio, programmo sempre la giornata, basandomi, appunto, sui treni: basta un ritardo e tutto quello che ho schedulato crolla d’un colpo – racconta Philip – il treno per me è fondamentale per muovermi da Busto Arsizio a Milano Lambrate. E da bustocco, non mi posso lamentare per il quantitativo di treni che circolano lungo le linee delle Nord e delle Fs,
anche se quest’ultima è seriamente poco affidabile, priva di quadri elettronici indicanti la destinazione del treno, con annunci solo sonori e treni sempre in ritardo».
Lo lasciano perplesso «i tagli alla stazione di Busto Nord, mentre sono intatte le fermate di Saronno e Bovisa». Oggi infatti, specialmente dopo le 8 del mattino, racconta Philip, «sulla banchina ci sono centinaia e centinaia di pendolari pronti ad accalcarsi e a prendersi letteralmente a spintonate, neanche per stare seduti, ma solo per entrare nel “carro bestiame”. Questo comporta lunghissime attese e si può arrivare a destinazione con 5-10, ma anche 15-20 minuti di ritardo. E già questo la dice lunga sul fatto che i treni di prima classe smaltiscano abbastanza bene questo traffico pendolare molto corposo».
Cosa succederà quando il “diretto” verrà soppresso? «Sarà il delirio» ammette Philip. «A parità di pendolari, ci sarà la metà o quasi dei treni. Ci saranno disagi e gente che non riuscirà a salire sul treno». Una vera apocalisse per chi come lui programma le giornate con il cronometro per incastrare gli impegni. Ma oltre a protestare il giovane studente bustocco mette in campo una sua proposta: «Se gli Express fermano a Saronno devono fermare anche a Busto. Oppure si potrebbero potenziare i Regio Express da Cadorna per Novara per sostituire parzialmente il servizio dei Malpensa». Diverse generazioni, stesse preoccupazioni: «È moderno, puntuale, veloce e si viaggia da seduti – spiega , 44 anni, per due anni pendolare in prima classe sul Malpensa Express – è una sorta di mini-metrò da e per Milano, che vale il costo dell’abbonamento annuale, un sacrificio ben speso. Ma non solo, visto che di turisti ne vedevo pochissimi: si può dire che il collegamento Malpensa-Cadorna è sostenuto economicamente solo dai pendolari che pagano l’abbonamento annuale di prima classe».
Che, per essere chiari, costa 976 euro all’anno. Poi c’è il danno alla città, aspetto non secondario visto che proprio ieri il sindaco era a Milano per discutere con i rappresentanti di Ferrovie Nord sulla realizzazione dell’infopoint per Expo 2015 (simile a quello presentato qualche giorno fa in piazza Monte Grappa a Varese) e sul futuro urbanistico dell’area delle Nord. È preoccupato anche il distretto del commercio, che come ha ricordato il vicepresidente in commissione attività produttive, ha basato tutta la sua pianificazione in vista dell’appuntamento di Expo sul concetto di «Busto Arsizio prima fermata» proprio per la presenza del Malpensa Express e rischia di vedere «crollare tutta la logica che ha caratterizzato il lavoro sia per Expo che per il post-Expo».