Sfiducia, diffidenza e timore sono i sentimenti che animano il Comitato Ambiente Verbano in vista della conferenza dei servizi che si terrà in Provincia il prossimo 30 marzo, chiamata a decidere sul rinnovo dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, per la ditta Colacem di Caravate.
Il Comitato ha lavorato sei anni per approfondire problemi e criticità legate alla ricaduta sulla salute e sull’ambiente dell’attività del cementificio e della sua recente attività di co-incenerimento di combustibile da rifiuti; ha coinvolto scienziati, organizzato conferenze pubbliche, convegni scientifici, approfondimenti e studi con istituti come il Maugeri di Pavia, il Politecnico di Milano, l’istituto dei tumori e il Mario Negri di Milano, coinvolgendo anche i sindaci dei sei Comuni più coinvolti come Caravate, Cittiglio, Brenta, Gemonio, Laveno Mombello, Sangiano, per dar vita ad uno studio approfondito sul tema salute e ambiente.
Sei anni di lavoro che però non hanno sortito risultati concreti. «Dopo sei anni di impegno, la Provincia di Varese con l’assenso dei sindaci dei Comuni dell’area interessata si accinge a rilasciare l’autorizzazione all’azienda senza che vi sia un parere sanitario nelle mani dei sindaci e della Comunità Montana chiamati a dare il loro assenso – denuncia in una nota il presidente del Comitato – non ci sono studi epidemiologici rilasciati dall’Ats, nonostante una richiesta formale inoltrata nel 2016 e non esiste uno studio completo e scientificamente autorevole sullo stato dell’ambiente e della salute degli abitanti dell’area».
Il Comitato ha provato anche a dialogare direttamente con l’azienda, organizzando un incontro ad hoc, per mettere a punto un progetto di monitoraggio ambientale. «Il nostro intento è costruttivo e non pregiudiziale – osserva il presidente – la risposta è stata un silenzio assordante che fa intendere sfiducia, diffidenza e timore».
In vista della riunione del 30 marzo, il Comitato si augura che «i sei sindaci tengano fede all’impegno manifestato con le loro firme apposte a documenti pubblici, affinché il percorso di messa a punto dello studio non termini ma prenda nuovo slancio».
Il Comitato Ambiente Verbano non ha intenzione di mollare la presa e annuncia che è sua intenzione «intraprendere tutte quelle iniziativa perché si possa verificare la salubrità dell’impianto, ovvero l’assenza di impatto negativo sulla salute dei cittadini; ci chiediamo come sia possibile che dopo sei anni di lavoro, ancora oggi i cittadini non possano conoscere il livello di inquinamento dovuto alla presenza del cementificio».