«Sei del Texas?» «No, di Gallarate». Indimenticabile (almeno per noi) questa battuta tra il cowboy Roy e Leonardo, interpretato da Adriano Celentano nel film “Lui è peggio di me”. Gallarate, una volta, faceva sorridere: con quel nome un po’ strano, che chi non abitava da queste parti pensava fosse inventato. La cosa bella è che oggi le cose sono cambiate: a ricordarsi la battuta di quel film sono (siamo) in pochi, e Gallarate la conoscono tutti.
Perché a due passi c’è uno degli aeroporti più belli, moderni e funzionali d’Europa (se ci credessero un po’ di più, sarebbe anche uno dei più trafficati…). Perché il risotto con la luganega mette in pace con il mondo e mette a tacere tutto il resto. Perché il centro di Gallarate è bello (non ci credete? andateci) che sembra fatto apposta per passeggiare tenendo per mano la fidanzata. Perché è una città viva, fatta di eventi e proposte, una città dove i giovani non si annoiano. Perché ha il negozio di dischi più bello e famoso che esista (Carù). Perché è una città in cui vivere: abbastanza vicina a Milano (ma non troppo), abbastanza lontana da Varese (ma non troppo).
«Sei del Texas?» «No, di Gallarate»: in quel film faceva ridere. Oggi “essere di Gallarate” è qualcosa che inorgoglisce. Perché significa essere di una di quelle città che rendono grande la nostra provincia. Quella provincia che vogliamo raccontare, ogni giorno, insieme a voi e grazie a voi. Sfogliateci, leggeteci, guardateci. E stasera usate pure le nostre pagine per accendere il falò della Giöbia. Sarebbe un orgoglio, per noi.